Anche la regina Elisabetta ha sanzionato la Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina. Il boicottaggio della sovrana, però, non riguarda le merci o l’economia. Il Cremlino, infatti, avrebbe dovuto inaugurare, nel marzo 2022, una mostra incentrata sulla storia dei duelli. Tra i pezzi più importanti dovevano esserci delle spade di inestimabile valore, provenienti dall’Inghilterra. Quando iniziarono a spirare i primi venti di guerra, però, Sua Maestà si sarebbe categoricamente opposta all’idea di prestare alla federazione russa degli emblemi della storia britannica.
La Regina sguaina la spada
Il Cremlino di Mosca era quasi pronto a inaugurare, nel marzo 2022, la mostra dal titolo “Il Duello. Dal processo al combattimento, un nobile delitto”. L’evento, ha raccontato l’Express, doveva essere sponsorizzato da Alisher Usmanov, un oligarca uzbeko, naturalizzato russo, colpito dalle sanzioni a causa dei suoi rapporti con il presidente russo Putin. Una vicinanza che Usmanov ha negato, come ricorda Il Messaggero, ma di cui sarebbe convinta l’intelligence americana, tanto da ritenere il controverso imprenditore “un soggetto pericoloso per la geopolitica occidentale”.
La mostra al Cremlino avrebbe dovuto ospitare opere provenienti da diversi Paesi europei, tra cui delle armi del XVII secolo prestate dalla Royal Collection, cioè il Fondo che raccoglie le opere d’arte della royal family e la cui proprietaria è la regina Elisabetta. Una delle spade pronte a essere inviate in Russia sarebbe appartenuta addirittura a re Carlo I (1600-1649). Quando sono comparse all’orizzonte le prime avvisaglie di guerra ed è iniziata la minacciosa escalation con le prime tensioni al confine ucraino, la Royal Collection (quindi la regina Elisabetta) sarebbe stata la prima a ritirare la partecipazione alla mostra, seguita dalle altre organizzazioni europee, spiegando la scelta in un comunicato ufficiale, citato dall'Express: “A metà febbraio è stata presa la decisione di posticipare il prestito di tre spade dalla Collezione Reale ai musei del Cremlino di Mosca”.
Un gesto molto forte, quello di Sua Maestà. Un boicottaggio in piena regola che condanna l’invasione russa dell’Ucraina. Anche il Royal Armouries Museum di Leeds, ovvero il museo delle armi e delle armature, si è rifiutato di prestare al Cremlino di Mosca l’armatura di Enrico VIII che si trova nella Torre di Londra, puntualizzando in un’altra nota: “Abbiamo preso la decisione di non prestare l’oggetto, che deve necessariamente viaggiare con l’accompagnamento dello staff del Royal Armouries, cosa impossibile in queste circostanze”.
Potere del boicottaggio?
La regina Elisabetta avrebbe preso posizione contro il conflitto prima ancora che questo esplodesse in tutta la sua terribile violenza. Sua Maestà ha poi continuato a dare il suo supporto al popolo ucraino attraverso una donazione al Dec (Disaster Emergency Committee), che si sta occupando di inviare rifornimenti di cibo e acqua in Ucraina. Inoltre, durante l’incontro con il primo ministro canadese Trudeau, avvenuto lo scorso 7 marzo, la sovrana ha fatto sistemare in bella vista una composizione di fiori gialli e blu, i colori della bandiera ucraina. Il mancato prestito delle opere può essere annoverato tra le sanzioni che l’Europa sta utilizzando per cercare di reagire alla tragica situazione geopolitica.
A tal proposito l’Express ha chiesto l’opinione di Jane Duncan, esperta in materia, la quale ha dichiarato: “[Il boicottaggio può essere] molto efficace, poiché potrebbe avere un grande impatto psicologico”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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