La Repubblica Ceca e la Slovacchia vanno per la loro strada, insieme con Ungheria e Polonia. Niente quote sui flussi d'immigrazione, convinte che "non risolvono niente" e che non sia neppure "chiaro come siano calcolate né cosa debbano fare le autorità locali per trattenere i profughi".
I rappresentanti dei Paesi del cosiddetto Visegrad Group si sono riuniti oggi e hanno detto di no a una decisione che arriverebbe dalla Commissione europea, chiedendo che si rispetti il regolamento di Dublino e tutti i Paesi vadano verso un "adempimento rigoroso degli obblighi di legge".
Diversamente ha fatto la Croazia, con il suo primo ministro Zoran Milanovic che ha detto di trovare "accettabile" la soluzione, e di essere " disposta a discuterne, aggiungendo però la contrarietà all'erigere muri per fermare l'arrivo dei migranti.
"Il muro non aiuterà in nessun modo l'Ungheria", ha detto Milanovic, convinto che la reazione di Orban non sia quella giusta, mentre centinaia di migranti oggi hanno lasciato Budapest per dirigersi a piedi verso l'Austria, provando così a risolvere il problema dei treni che dalla capitale non partono più, presi d'assalto nei giorni scorsi.
Secondo il premier ungherese la redistribuzione dei profughi è di fatto un "biglietto d'invito" per i migranti. "Se consentiamo a tutti di arrivare in Europa - ha detto da Bruxelles, dove era impegnato in una riunione dei leader -, non ci sarà più nessuna Europa".
Se Repubblica Ceca e Slovacchia non vogliono il sistema della redistribuzione, sono però favorevoli all'apertura di un corridoio ferroviario tra Ungheria e Germania, se Budapest e Berlino saranno convinte da una scelta di questo tipo.
Di oggi anche la firma di un memorandum d'intesa tra i rappresentanti di Macedonia, Serbia, Austria e Ungheria, che hanno raggiunto un accordo sulla cooperazione per il controllo delle frontiere, che prevede anche l'istituzione di pattuglie miste di polizia per il contrasto ai flussi di
migranti in transito.Il memorandum, ha detto il ministro dell'Interno serbo, Nebojsa Stefanovic, "dimostra chiaramente la volontà dei Paesi firmatari di contribuire alla soluzione della drammatica crisi dei migranti e profughi".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.