L'annuncio lo ha dato il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, che già qualche giorno fa aveva promesso ritorsioni contro Mosca per via della "black list" redatta dal Putin contro 89 cittadini europei cui è stato negato il visto per l'ingresso in Russia.
Bruxelles "limiterà il libero accesso all'ambasciatore Vladimir Chizov e un altro diplomatico russo", una risposta non certo dai toni distensivi e che non fa altro che logorare le già sfilacciate relazioni diplomatiche tra Europa e Russia. Tutto nasce, ovviamente, dalle sanzioni che l'Ue sta portando avanti a causa della guerra in Ucraina, sanzioni che hanno messo in difficoltà l'economia russa e anche quella degli esportatori europei, soprattutto italiani. Solo qualche giorno fa, allora, Putin aveva deciso di rispondere, limitando l'accesso nel Paese a diverse persone "non gradite". E oggi la storia si colora di una nuova puntata, con la pronta risposta dell'Europa per bocca di Schulz.
Ma la decisione di arrivare al braccio di ferro con Putin non è probabilmente la migliore scelta possibile. "Un ritorno ai giorni della Santa Inquisizione", ha infatti risposto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. "La caccia alle streghe russe è dichiarata - ha scritto la Zakharova su Facebook - Cosa verrà dopo? Tribunali morali per i diplomatici russi, che finiranno al rogo a Bruxelles?".
Ora Putin chiede "una spiegazione logica" della misura, anche se la diplomazia del Cremilino non sembra eccessivamente preoccupata dalla manovra europea. "Il collega Chizhov non ha molto da perdere dal non entrare nella sala dell'Europarlamento - ha ironizzato infatti il vice ministro degli Esteri Serghei Ryabkov - In quell'assemblea, in teoria, si può anche non andare: con o senza limitazioni, lì non c'è nulla da fare".
Sgarbi dipolomatici a parte, le vicende degli ultimi giorni segnano una distanza forse insanabile tra l'Europa e la Russia.
Relazioni che potranno essere recuperate solo intraprendendo un preciso percorso diplomatico e politico, che passa dalla questione ucraina ed arriva a quella energetica e globale. Una strada ancora molto lunga da percorrere.
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