Russiagate, bufera su Trump "Chiese di fermare le indagini"

Nuova bufera sulla Casa Bianca. Il New York Times pubblica la nota dell’ex capo dell’Fbi: "Trump provò a fermare le indagini sul Russiagate"

Russiagate, bufera su Trump "Chiese di fermare le indagini"

Una nuova e potenzialmente devastante rivelazione si abbatte sulla Casa Bianca. Mentre infuria ancora la bufera per le informazioni "top secret" che Donald Trump avrebbe passato ai russi, il New York Times accusa il presidente americano di aver chiesto lo scorso febbraio all'allora capo dell'Fbi, James Comey, licenziato in tronco la scorsa settimana, di fermare le indagini sul suo ex consigliere per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, e i suoi contatti con il Cremlino. Flynn fu costretto a dimettersi dopo appena 24 giorni in carica perchè travolto dal Russiagate sul quale Comey stava indagando.

Il New York Times cita un memorandum dell'ex capo del Bureau nel quale viene descritta la richiesta di Trump, avvenuta nello Studio Ovale. Se confermata, potrebbe trattarsi di "intralcio alla giustizia" spalancando, in questo modo, le porte all'impeachment, ovvero alla messa in stato di accusa del presidente. Nel documento pubblicato oggi, Comey sostiene che Trump gli ha chiesto di "lasciar correre" su Flynn. "È una brava persona - avrebbe detto il presidente - lascialo andare". La campagna per l'impeachment era già scattata con le informazioni "classificate" trasmesse al ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, e al suo ambasciatore a Washington, Serghei Kilsyak, ricevuti alla Casa Bianca il 10 maggio. Se è vero che il presidente, come ha sostenuto, ha tutto il diritto gestire le informazioni in suo possesso come meglio crede, la condivisione di "materiale sensibile" con un Paese straniero avversario, potrebbe, da un punto di vista legale, costituire una violazione della "fedele esecuzione del mandato del presidente".

"Il presidente non ha mai chiesto a Comey o a chiunque altro di porre fine al alcuna indagine, compresa ogni inchiesta relativa al generale Flynn", ha immediatamente smentito la Casa Bianca. "Trump ha il massimo rispetto per le nostre agenzie delle forze dell'ordine e per tutte le inchieste - si sottolinea nel comunicato - questa non è una presentazione vera o accurata della conversazione tra Trump e Comey". I democratici, però, gridano già all'impeachment definendo il memorandum di Comey "la pistola fumante", del tentativo di intralciare la giustizia, citando le parole del parlamentare democratico Elijah Cummings. "Quando è troppo è troppo", ha avvertito il deputato dem Adam Schiff, membro della commissione Intelligence che sta indagando sul Russiagate, sostenendo la necessità di una nuova testimonianza in Congresso per l'ex capo dell'Fbi, obbligatoria e sotto giuramento. Schiff ha chiesto che il memorandum di Comey venga presentato come documento sub poena, ovvero con intimazione emanata dal Congresso.

Voci sempre più insistenti parlano di un imminente rimpasto nella squadra di Trump, scontento soprattutto per la gestione della comunicazione. Il primo a saltare dovrebbe essere il portavoce Sean Spicer.

In pole position, per sostituirlo, vi sarebbe la conduttrice della Fox, Kimberly Guilfoyle, come lei stessa ha dichiarato a San Jose Mercury News. In bilico, tra gli altri, vi sarebbero anche il capo di gabinetto Reince Priebus e il capo stratega Stephen Bannon.

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