Russiagate Giuliani: "Trappola per Trump, non vada da Mueller"

Rudolph Giuliani avverte che sul Russiagate il presidente non dovrebbe rispondere alle domande del procuratore speciale Robert Mueller. Poi dice che Trump è disposto a collaborare, ma solo a certe condizioni

Russiagate Giuliani: "Trappola per Trump, non vada da Mueller"

In un’intervista a This Week di Abc News, ripresa da La Stampa, Rudolph Giuliani, l'ultimo legale arruolato da Trump, torna a parlare dell'inchiesta sul Russiagate e mette in guardia il presidente: "Gli stanno tendendo una trappola". Il consiglio che l'ex sindaco di New York fa seguire è il seguente: non deve rispondere alle domande del procuratore speciale Mueller.

Ma per quale motivo è meglio non parlare? "Le prove possono essere state costruite e manipolate - ricorda Giuliani -. Quante volte è già successo?". Quando gli domandano se non creda che possa essere più utile a Trump andare a parlare con Mueller per dirgli tutta la verità, essendosi dichiarato innocente, Giuliani risponde in questo modo: "Non sarei un avvocato se facessi una cosa del genere. Sarei uno che vive in un mondo fantastico dove tutti sono sinceri. Ma non intendo prestarmi: non hanno in mano un’accusa di collusione. Non hanno un’accusa di intralcio alla giustizia. Ecco perché fanno tutte quelle domande ridicole e insensate su come ti senti e cosa pensi". Il nodo centrale perè questo: zero elementi che possano mettere in difficoltà Trump.

Ma cosa accadrebbe se Mueller dovesse citare il presidente in giudizio? "Non occorre presentarsi - spiega Giuliani -. Trump è il presidente degli Stati Uniti. Ha gli stessi privilegi degli altri presidenti. Clinton negoziò un accordo in cui non ammetteva l’efficacia del mandato di comparizione".

Bill Clinton resistette a un mandato di comparizione, ricorda Giuliani, nel corso delle indagini sulla sua relazione con Monica Lewinsky, poi testimoniò per oltre due ore davanti a un Grand jury. Di fronte all'eventualità che Trump sia chiamato a rispondere alle domande di un Grand jury, Giuliani mette in chiaro le cose: "Solo per due ore e mezza, solo in una forma concordata. Saremmo disposti a farlo? Preferirei avere il trattamento di Hillary Clinton (su Bengasi, ndr)". Di cosa si tratta? "Dichiarazioni non sotto giuramento. Solo domande e risposte, avendo le domande in anticipo. Così, potremmo realmente risolvere la questione con Robert Mueller, perché lavorare con lui direttamente è una cosa buona".

Non poteva mancare una domanda su Stormy Daniels, la pornostar pagata per il suo silenzio.

L’avvocato Cohen ha consegnato soldi ad altre donne per conto di Trump, come denuncia il legale della Daniels? "Non lo so - risponde Guliani -. Ma se fosse stato necessario, credo che lo avrebbe fatto". Il problema non è questo, sottolinea l'avvocato del presidente.

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