Barack Obama l'aveva detto chiaro e tondo a Donald Trump: "Ci risulta che il generale Michael Flynn sia sul libro paga dei russi, lo stiamo monitorando, forse è una spia russa; non dargli nessun lavoro alla Casa Bianca, è un tipo pericoloso". Evidemente l'ex presidente americano qualcosa sapeva. Il tycoon però non l'ascoltò e, poco dopo, decise di nominare Michael Flynn consigliere per la sicurezza nazionale. Incarico dal quale poco dopo si dimise a causa di contatti "compromettenti" con la Russia.
Ora, però, il procuratore speciale Robert Mueller, che guida l'inchiesta sul Russiagate, avrebbe raccolto prove sufficienti per accusare definitivamente l'ex consigliere per la sicurezza nazionale. Lo rende noto l'Nbc, citando alcuni fonti vicine alle indagini secondo cui la squadra di investigatori di Mueller starebbe valutando possibili accuse per riciclaggio di denaro, per aver mentito all'Fbi e per un possibile ruolo di Flynn in un piano per rimuovere un avversario del presidente turco Recep Tayyip Erdogan in cambio di milioni di dollari.
Come spiega l'Nbc, da queste nuove indicazioni risulta che dopo l'incriminazione del responsabile della campagna di Trump, Paul Manafort e di Rick Gates, Mueller starebbe tornando ad intensificare la pressione sull'ex consigliere per la sicurezza nazionale e sulle sue
attività di lobbying, in cui è coinvolto anche il figlio.Flynn era stato sollevato dall'incarico soltanto 24 giorni dopo l'insediamento dell'amministrazione Trump per aver mentito sui suoi contatti con un diplomatico russo.
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