Sanzioni, ritorsione di Putin: "Espulsi 755 diplomatici Usa"

Putin ha chiarito che i 755 diplomatici Usa dovranno lasciare la Russia entro settembre

Sanzioni, ritorsione di Putin: "Espulsi 755 diplomatici Usa"

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che saranno 755 i diplomatici Usa che dovranno lasciare il Paese in rappresaglia alle misure adottate a fine dicembre dall'allora presidente Barack Obama che, dopo aver accertato dall'intelligence le interferenze di Mosca nelle elezioni presidenziali (di cui era a conoscenza da agosto) dell'8 novembre, espulse 35 diplomatici russi e sequestrò due proprietà russe negli Usa. Putin ha replicato alla rappresaglia di Obama - con l'attuale inquilino della Casa Bianca, Donald Trump cui il Congresso ha legato le mani vincolandolo a non cancellare le sanzioni in vigore - portando il numero massimo di diplomatici (dicitura sotto cui si celano da entrambe le parti molti 007 protetti da immunità diplomatica) in entrambi i Paesi ad un massimo di 455.

Putin ha chiarito che i 755 diplomatici Usa dovranno lasciare la Russia entro settembre: "Più di un migliaio di persone lavoravano e stanno ancora lavorando" all'ambasciata Usa a Mosca e nei consolati per cui ora "755 di loro debbono porre fine alle loro attività in Russia".

Il presidente russo Vladimir Putin non prevede "a breve" un miglioramento delle relazioni con gli Stati Usa del suo "amico" Donald Trump, dopo che il Congresso con un voto a schiacciante maggioranza bipartisan, ha legato le mani all'attuale inquilino della Casa Bianca sulla revoca di sanzioni a Mosca. Putin, intervistato dalla rete Rossia 24, ha chiarito: "Noi abbiamo atteso da molto tempo, sperando che la situazione potesse cambiare in meglio. Ma sembra che la situazione non sia cambiata e non penso che accadrà a breve". Trump, con cui Putin aveva avuto due lunghi incontri - uno ufficiale ed un riservato - il 7 luglio a margine del G20 di Amburgo, si ritrova indebolito dalla voto del Congresso che avendo approvato la legge che autorizza nuove sanzioni contro la Russia (e l'impossibilità di revocare quelle in vigore) oltre che all'Iran e la Corea del Nord (cosa apprezzata dal presidente americano). Il presidente russo si è reso conto che il suo interlocutore ha una limitata capacità di manovra.

Anche se Trump volesse, non sarà possibile per lui alleggerire le misure punitive adottate solo a dicembre dal suo detestato predecessore, Barack Obama, informato sin da agosto 2016, che i russi stavano interferendo nelle elezioni presidenziali dell'8 novembre.

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