Il Ministro Di Maio ed il Ministro Salvini sono due figure istituzionali. In linea di massima, nessun figura istituzionale dovrebbe disporre di un proprio smartphone connesso alla rete ed utilizzare i social come un qualsiasi utente.
Nel settembre del 2005, l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è recato in Alaska per registrare una puntata del programma "Running Wild", condotto da Bear Grylls. L’ex Special Air Service è diventato un famoso conduttore televisivo di programmi in cui mostra il modo per sopravvivere in diverse situazioni, come in "Man vs Wild e "Worst-Case Scenario". In "Running Wild with Bear Grylls", l’alpinista nordirlandese ha esplorato alcune delle zone più selvagge degli Stati Uniti in compagnia di celebrità, come appunto l’ex Presidente Obama. Pochi giorni dopo la registrazione della puntata, Obama avrebbe partecipato ad un vertice internazionale sul cambiamento climatico. Giunti nei pressi del ghiacciaio Exit, sui monti Kenai, rivolgendosi a Bear Grylls Obama disse: “Facciamoci un selfie. Aspetta, io non posso avere un cellulare. Qualcuno dello staff potrebbe darmi il suo smartphone?”. In quella puntata di "Running Wild with Bear Grylls", trasmessa anche in Italia, si vede un imbarazzato, ma disciplinato Presidente degli Stati Uniti chiedere il pin ad uno dei suoi collaboratori per sbloccare lo smartphone e scattare quella foto, che poche ore dopo sarebbe stata pubblicata sull'account Instagram della Casa Bianca. Il messaggio dato da quella sequenza, autorizzata dall’intelligence americana, era chiaro: nulla è lasciato al caso. I protocolli di sicurezza si applicano anche nei confronti del Presidente degli Stati Uniti, per evitare un incauto utilizzo personale del dispositivo connesso alla rete che potrebbe svelare informazioni sensibili.
I protocolli di sicurezza esistono, ma non sono vincolanti per legge. Spetta alla figura istituzionale conformarsi ai parametri di sicurezza consigliati. Se non disciplinata, l'infallibilità conferita dal ruolo istituzionale potrebbe rivelarsi un boomerang.
Di Maio e Salvini sono due figure istituzionali
"Un leader è il migliore quando le persone sanno a malapena che esiste”
I leader politici sono esseri umani: hanno debolezze, simpatie, paure e preoccupazioni. Possono essere stanchi, indisciplinati, stressati e preoccupati dall'idea del fallimento. Possiedono le normali e comuni fragilità di ogni uomo. L’esponente politico che ricopre un ruolo istituzionale rappresenta lo Stato. La figura istituzionale, quindi, esprime opinioni e pensieri in nome del Paese che rappresenta. In linea di principio, opinioni ed esternazioni pubbliche del leader politico non possono essere dissociate dal ruolo istituzionale che ricopre. Come strumento dell’entità politica sovrana, la figura istituzionale dovrebbe essere scevra dalle fragilità e dalle debolezze umane. Alla figura istituzionale non è richiesta una costante dimostrazione di virilità politica, poiché non è la parvenza di una leadership forte o ironica a garantire un governo efficace o di successo. E’ un paradigma valido per qualsiasi sistema politico. La figura istituzionale dovrebbe essere scevra dai difetti fatali poiché, in ogni sua esternazione pubblica, esprime la posizione dello Stato. Alla figura istituzionale è richiesta moderazione, compostezza, giudizio, abilità diplomatica e percezione. Requisiti che plasmano il concetto dell’infallibilità conferita alla figura istituzionale che rappresenta lo Stato. La figura istituzionale rilascia affermazioni chiare, mai ambigue. Se utilizzate con giudizio, le esternazioni della figura istituzionale possono cambiare il corso della storia. La figura istituzionale deve sempre considerare il danno collaterale e gli specifici effetti a cascata che una sua esternazione pubblica può causare. L’uomo non è onnisciente, ma alla figura istituzionale è richiesta una piena consapevolezza del contesto. Ecco perché le figure istituzionali sono affiancate da esperti che li sottopongono a brevi sessioni preparatorie con gli spunti da trattare.
Ogni esternazione pubblica dei leader politici è monitorata, annotata e studiata dalle intelligence straniere. Queste ultime studiano le figure di spicco dei governi stranieri e i loro leader stilando delle valutazioni utili per coloro che partecipano agli incontri di stato di alto livello. Atmosfera, umori e capacità percepite sono necessarie per plasmare la strategia, la tattica di comunicazione e la posizione negoziale nei futuri incontri. Studiando la figura politica, si ha una proiezione delle capacità tattiche di uno Stato.
Cosa ha svelato la lettera del vicepremier Di Maio inviata ai francesi
Prendiamo a riferimento l’errore nella lettera "scritta" dal vicepremier Luigi Di Maio e inviata a Le Monde’ per tentare di ricucire lo strappo con la Francia. Contenuto della lettera ed errore (“tradizione democratica e millenaria”) pubblicato anche sulla pagina Facebook del vicepremier. Lo sbaglio ha suscitato ilarità in patria e a livello internazionale, tuttavia il problema non riguarda assolutamente la svista storica. Intanto quella lettera, pubblicata anche sulla pagina social del vicepremier, non era un semplice post, non era un testo impulsivo. Era invece un elaborato opportunamente concepito dallo staff del vicepremier per tentare di suscitare una precisa reazione nel lettore (in questo caso nei francesi). Un testo diffuso da una figura istituzionale, un Ministro dello sviluppo economico e Ministro del lavoro e delle politiche sociali, nonché Vicepresidente del Consiglio dei ministri nel Governo Conte dell’Italia. Un testo calibrato in base alla percezione estera degli autori con il preciso obiettivo di iniziare a gettare le basi per invertire una relazione bilaterale a lungo inacidita.
Il vero problema di quella lettera non è il suo contenuto
Quella lettera ha creato un precedente. In questo specifico caso, ha svelato che l'architettura preposta al controllo preventivo delle dichiarazioni pubbliche di una carica istituzionale dell'Italia palesa delle criticità. Quell’errore non è sfuggito alle intelligence straniere, che costantemente affinano i profili delle figure istituzionali di rilievo di tutti i paesi. L’errore di quella lettera, che ricordiamo essere stata strutturata per uno scopo (ricucire lo strappo con la Francia), ha svelato delle criticità in seno all’architettura preposta al controllo e alle calibrazioni delle dichiarazioni istituzionali. Un episodio accuratamente annotato dalle intelligence straniere e che potrebbe essere sfruttato in futuro. Ricordiamo che ogni dichiarazione di una figura istituzionale deve essere calibrata per determinare riverberi politici e geopolitici significativi. A questi livelli, nulla dovrebbe essere lasciato al caso.
Le figure istituzionali non dovrebbero avere uno smartphone
In linea di principio, le figure istituzionali non dovrebbero disporre di uno smartphone con accesso alla rete. Le figure istituzionali non dovrebbero avere la possibilità di condividere arbitrariamente, senza alcun filtro e controllo preventivo, post e tweet sui social in tempo reale. Dobbiamo ben chiarire questo punto: viviamo in un mondo digitalizzato, veloce e altamente connesso. Quasi tutti hanno accesso ad un'infinità di informazioni estraibili da qualsiasi luogo purché ci sia una connessione dati. Gli smartphone sono il principale strumento di raccolta e diffusione di immagini, video, opinioni e contenuti personali sui social media.
L’utilizzo dei social da parte dei leader politici, e sfruttato ad arte durante la campagna presidenziale di Trump, è concepito per l’immediatezza e per aggirare il filtro dei media. Fino a pochi anni fa, infatti, l’unica cassa di risonanza per i candidati era determinata dallo spazio dato all’interno delle testate giornalistiche. I social hanno aggirato tale blocco dando immediata connessione tra la figura di riferimento ed i suoi follower e garantendo visibilità agli argomenti che non avrebbero trovato spazio sulle testate giornalistiche. Trump, ad esempio, ha annullato il confronto diretto ed il contraddittorio. I suoi tweet, scritti con linguaggio altamente affettivo e pubblicati in modo indipendente (la Casa Bianca ha un diverso account Instagram), hanno più volte ribaltato la prevista scaletta dei media, dettando gli argomenti da affrontare. Trump scrive i suoi post “inquadrando” i problemi, rimodellandone l'interpretazione per un fine strategico. Con i suoi Tweet personali, Trump ha smentito più volte i suoi stessi obiettivi politici, dichiarati in precedenza, e confuso gli alleati in patria e all’estero. La sua comunicazione pubblica come figura istituzionale è stata spesso accolta come divisiva e distruttiva per qualsiasi visione di una società pluralistica e multiculturale. Il punto è uno: i leader politici ritengono che un messaggio sia efficace quando viene percepito dalla loro collettività come estremamente positivo, forte o ironico. Tuttavia, quando la figura istituzionale utilizza il medesimo modello di comunicazione del leader politico carismatico (o convinto di esserlo), potrebbe causare inimmaginabili danni alla sicurezza. Come ogni figura istituzionale che si rispetti, anche Trump dovrebbe astenersi dal twittare e canalizzare le sue esternazioni tramite gli opportuni canali presidenziali.
Se non autorizzati dall’intelligence, post e tweet indipendenti della figura istituzionale potrebbero svelare informazioni sensibili o criticità del nostro sistema di sicurezza
Un problema di Open Source Intelligence
Se non opportunamente consigliata e formata, una figura istituzionale potrebbe trasmettere sulla rete informazioni sensibili, rivelando inavvertitamente elementi potenzialmente sfruttabili da terzi. Come ben sappiamo, le informazioni derivate dallo sfruttamento open source aiutano a colmare le lacune dell'intelligence classificata. Quando i dati open source si combinano con quelli classificati, si ottiene un quadro molto più affidabile. Una foto, ad esempio, fornisce un'istantanea della data, del modello di vita del soggetto e di specifici fattori ambientali e contestuali. L’analisi del testo potrebbe fornire ulteriori dati sullo stato emotivo del soggetto. Dati grezzi che possono essere rivisti, analizzati e implementati in rapporti di intelligence. Ogni esternazione pubblica dei leader politici è monitorata, annotata e studiata dalle intelligence straniere. Queste ultime studiano le figure di spicco dei governi stranieri e i loro leader stilando delle valutazioni utili per coloro che partecipano agli incontri di stato di alto livello.
Atmosfera, umori e capacità percepite sono necessarie per plasmare la strategia, la tattica di comunicazione e la posizione negoziale nei futuri incontri. Studiando la figura politica, si ha una proiezione delle capacità tattiche di uno Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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