Barcellona - Alle cinque del pomeriggio il terrore strangola la capitale della Catalogna, la seconda città di Spagna. Come a Nizza, come a Londra, come a Berlino, immagini già viste, urla già sentite, il solito sangue degli innocenti sull'asfalto e la stessa modalità vigliacca e imprevedibile: il terrore ha sempre quattro ruote ed è di lamiera d'acciaio, è un'auto, un camion, un furgoncino, poco importa, chi è alla guida vuole uccidere più persone possibile, piomba come un fulmine su decine di persone, uccidendo e ferendo. In serata i morti accertati erano 13 e i feriti oltre 100, di cui circa 15 in condizioni gravi. Ci sarebbero molti bambini tra i feriti dell'ennesima follia islamista. Il Consolato di Barcellona ha spiegato che potrebbero essere rimasti coinvolti alcuni italiani, almeno tre sono tedeschi. Il riconoscimento andrà avanti per tutta la notte.
È successo ieri a Barcellona, alle 17.05 quando un furgone bianco, provenendo a gran velocità da Plaza Catalunya, ha imboccato l'incrocio contromano con carrer Pelai, non si è fermato al semaforo pedonale, era rosso per i veicoli, e così ha falciato un primo gruppo di pedoni che stava attraversando la strada, poi ha imboccato, sgommando, Rambla de Canaletes, e si è immesso nella zona pedonale centrale della rambla percorrendola per quasi seicento metri sempre a 80 km l'ora e investendo a zig-zag, come fossero birilli, una decina di persone fino a terminare la corsa, venti metri dopo il mercato comunale de la Boqueria all'altezza del famoso mosaico di Joan Mirò. Secondo i testimoni, dal furgone è stato visto scendere di gran corsa un uomo, altezza 1.70, che indossava una camicia bianca a righe blu e impugnava una mitraglietta. L'uomo ha percorso qualche metro ed e poi entrato nel bar-ristorante turco «El Rey de Istambul» dove sembra lo attendessero dei complici che avevano nel frattempo preso in ostaggio gli avventori del locale. Alle 18 Driss Oukabir, un magrebino di 28 anni con regolare permesso di soggiorno che aveva affittato il furgone usato per l'attentato sulla Rambla, è stato arrestato. Sembra che l'uomo di nazionalità marocchina fosse stato in carcere per apologia di terrorismo.
La tensione è rimasta altissima fino alle 19, quando sulla Diagonal, arteria principale della città, un presunto terrorista magrebino è stato ucciso in un posto di blocco: l'uomo era alla guida di una Ford Focus non si è fermato, travolgendo un agente, immediato l'intervento della polizia che ha aperto il fuoco. Il suo nome sarebbe Mohammed Hichamy. In serata il maggiore della polizia catalano Josep Lluis Trapero ha detto che i sospetti membri della cellula terroristica Isis sono almeno tre, di aver arrestato due persone «direttamente coinvolte nell'attentato», un marocchino e uno spagnolo nato a Melilla ma che «nessuno dei due è l'autista del furgone» schiantatosi sulla folla. Trapero poi è stato chiaro: il killer è ancora in fuga, non è stato ucciso. La squadra antiterrorismo ha continuato a cercare tutta la notte il terzo uomo in una città spettrale, rotto soltanto dal rumore delle sirene della polizia e da un elicottero militare. In serata poco dopo l'intervento del premier spagnolo Mariano Rajoy, è arrivata la conferma dall'Isis della paternità dell'attentato. La polizia catalana ha intanto diffuso la descrizione di almeno uno dei presunti attentatori. Un uomo alto circa un metro e settanta, con una camicia bianca a righe blu; secondo quanto riferito da un'emittente radiofonica, all'interno del furgone sarebbe stato ritrovato un passaporto spagnolo, ma il nome del titolare è arabo. Il premier da Madrid ha invitato gli spagnoli a rimanere uniti in questo terribile momento della Spagna, sottolineando che lo forze dell'ordine erano già sulle tracce degli attentatori. In serata anche l'appello del consigliere della Sanità catalana che invitava a recarsi presso gli ospedali per donare sangue.
«Sono assassini, criminali che non ci spaventeranno. Tutta la Spagna è Barcellona. Le Ramblas torneranno a essere di tutti» dichiara attraverso un tweet la Casa Reale spagnola.
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