È un tranquillo pomeriggio d'inverno, nella placida cittadina tedesca di Lohmar, vicino a Bonn. In un ex ristorante cinese dove è alloggiata una famiglia di rifugiati siriani scoppia una lite furibonda fra moglie e marito.
Lei reclama maggiori libertà, non accetta più di obbedire in tutto al coniuge come accadeva in Siria. Lui la aggredisce, la picchia sulla faccia con un mestolo di acciaio.
Quindi, se possibile, fa ancora di peggio. Afferra uno dopo l'altro i tre figlioletti, due bimbe di uno e sette anni e un maschietto di cinque e li scaraventa fuori dalla finestra. Per fortuna l'appartamento è al primo piano e i due fratelli maggiori se la cavano con qualche osso rotto e una frattura al cranio, mentre la più piccola riporta diverse ecchimosi e una contusione al fegato dopo essere atterrata sopra il fratellino.
La storia da film dell'orrore risale allo scorso febbraio e arriva dalla Germania, dove in questi giorni un trentaseienne siriano è a processo per lesioni gravissime e aggressione, scrive il quotidiano britannico The Independent. L'uomo peraltro era già stato protagonista di un'aggressione ai danni della moglie a gennaio di quest'anno, ma in quell'occasione se l'era cavata con un'ordinanza restrittiva di soli dieci giorni.
L'uomo aveva
lasciato la Siria nel 2014 con altri rifugiati arrivando in Germania l'anno successivo, ottenendo poi il ricongiungimento familiare. Il procedimento a suo carico è iniziato ieri a Bonn e dovrebbe durare diverse settimane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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