"Se non vi convertite all’islam siamo pronti a darvi fuoco"

Le superstiti della scuola Chibok: "Eravamo in preda al panico, ma non volevamo convertirci, ci hanno buttato un liquido addosso, poi sono scoppiati a ridere e abbiamo capito che non era benzina ed eravamo salve"

"Se non vi convertite all’islam siamo pronti a darvi fuoco"

È un racconto drammatico, quello di Naomi Adamu e Sarah Samuel, due delle 276 liceali rapite dai jihadisti di Boko Haram nel villaggio di Chibok, nel Nord est della Nigeria (Guarda il reportage de Gli Occhi della Guerra sulle superstiti della scuola Chibok). Le due ragazze hanno deciso di raccontare quei drammatici momenti di reclusione in un libro. Le loro storie sono strazianti: "Eravamo in preda al panico, ma non volevamo convertirci, ci hanno buttato un liquido addosso, poi sono scoppiati a ridere e abbiamo capito che non era benzina ed eravamo salve".

I carcerieri mettono in pratica le peggiori torture psicologiche per scoraggiarle: "Un giorno, cinque di noi sono scappate, ma i militanti le hanno riprese, legate, e dopo aver scavato una fossa mi hanno dato una sciabola e ordinato di tagliar loro la testa, altrimenti l’avrebbero fatto a me. Li ho supplicati in ginocchio e le hanno graziate".

E le ragazze non vengono aiutate da nessuno: "Dopo vari tentativi alcune ragazze sono riuscite a scappare; arrivate in un negozio hanno chiesto aiuto presentandosi come le ragazze di Chibok, ma il proprietario, dopo averle tranquillizzate, a tradimento le ha riportate nella foresta spiegando loro che sono di proprietà di Abubhakar Shekau (il leader sanguinario di Boko Haram, ndr). I miliziani per punizione le hanno picchiate quasi a morte".

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