"Io sono viva, sto bene, la ragazza con la maglietta bianca dietro di me è morta". A scriverlo, in un post straziante Madersahi Barajyikna, che ieri si trovava nel giardino del centro culturale di Suruc, città turca al confine con la Siria, teatro di un terribile attentato. È stata la ragazza sopravvissuta a postare su Twitter il selfie scattato insieme ai suoi compagni di viaggio turchi diretti a Kobane, pco prima dell'esplosione. Nell'attentato, rivendicato dall'Isis, sono rimaste uccise almeno trenta persone e oltre cento feriti. La foto è di qualche settimana fa, ma è stata diffusa sui social poche ore dopo l’attacco. I giovani erano in partenza per Kobane, dove avrebbero voluto costruire una biblioteca, ripiantare un bosco, mettere in piedi un campo giochi.
"In quella foto - ha raccontato la giovane volontaria - stavamo festeggiando l’ultimo successo elettorale dell’Hdp, il partito filocurdo che alle ultime elezioni, ha raggiunto il 12,9% ed è sbarcato in Parlamento con 80 deputati". Poi però una giovane ragazza di appena 18 anni, una kamikaze, ha deciso di farsi saltare in aria, portando improvvisamente il dramma in quel luogo di gioia.
Le nostre indagini indicano che l'attacco suicida è stato commesso dall'Isis", ha detto lunedì a fine giornata il premier turco Ahmet Davutoglu e a rafforzare questa pista è anche un secondo attentato avvenuto quasi in contemporanea ieri a Kobane.
E
centinaia di persone sono scese in piazza Taksim, e nelle vie circostanti, a Istanbul per una manifestazione in solidarietà con le vittime dell'attentato di Suru. Curdi in piazza anche in Olanda, a Zurigo e a Francoforte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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