Siria, il colpo di coda dell'Isis: 180 morti nella città di Sweida

Lo Stato islamico fa strage di civili e soldati nella città di Sweida, nel sud della Siria. Il bilancio dei morti non accenna a diminuire

Siria, il colpo di coda dell'Isis: 180 morti nella città di Sweida

Lo Stato islamico resiste ancora nel sud della Siria, dove l'esercito di Damasco sta riprendendo il controllo del territorio. E il colpo di coda del Califfato è ancora più violento e sanguinario di quanto si potesse pensare. A Sweida, i terroristi delle bandiere nere hanno compiuto in poche ore una strage come non si vedeva da anni.

Secondo più fonti locali, il numero dei morti non sembra destinato a interrompersi. I feriti, molti gravi, lottano ancora fra la vita e la morte. L'Osservatorio siriano per i diritti umani, il gruppo di attivisti legato ai ribelli con sede nel Regno Unito, stima a 183 le vittime accertate, ma purtroppo sono dati ancora provvisori. Un numero altissimo, segno della furia dello Stato islamico contro la città siriana.

Sono stati quattro gli attacchi suicidi che hanno colpito la città. Tra le vittime, decine di civili. Molti i soldati di Damasco e delle milizie alleate cadute sotto il fuoco dei terroristi. Oltre agli attentati suicidi, altri gruppi di jihadisti hanno preso d'assalto i villaggi dell'area colpendo casa per casa. Una mattanza che Damasco adesso vuole vendicare. L'esercito siriano ha già fatto partire la controffensiva e gli scontri contro i miliziani dell'Isis infuriano a nord est di Sweida. Molti temono che i terroristi abbiano preso anche degli ostaggi.

Un attacco violento che dimostra due cose. La prima, che la guerra in Siria non è ancora finita e il terrorismo miete ancora vittime. La cautela è d'obbligo quando si parla di pace: lo spettro dell'islamismo aleggerà purtroppo ancora per molto sul Paese martoriato da anni di guerra.

Il secondo dato è che proprio da queste stragi si evince che Daesh sta perdendo, e che per questo rischia di alzare il tiro provocando un numero di morti ancora maggiori. È la furia di chi sa di non avere più nulla da perdere e, circondato dai nemici, si dedica ad eccidi non solo fra le forze avversarie ma anche fra la popolazione civile.

L'esercito di Damasco e i suoi alleati stanno liberando il sud della Siria dalle ultime sacche ribelli. Daraa e Quenitra, ultime roccaforti nemiche, sono ormai capitolate. Ma il terrorismo non è ancora sconfitto. L'aviazione russa bombarda le roccaforti jihadiste per supportare l'offensiva siriana. Ma la strada, per quanto prossima alla fine, è ancora in salita.

L'accordo fra Russia e Stati Uniti prevede che Mosca controlli la parte meridionale della Siria per evitare possibili confronti fra Israele e forze alleate di Assad. Ma il controllo dell'area passa, prima di tutto, per la confitta dello Stato islamico. E Sweida l'ha dimostrato. Poi sarà la volta della nuova capitale dello jihadismo: Idlib.

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