Sono continuati anche oggi gli attacchi aerei contro lo Stato islamico (Is), che gli Stati Uniti hanno lanciato martedì, - con l'aiuto di Giordania, Qatar, Arabia saudita, Emirati arabi uniti e Bahrein - colpendo decine di obiettivi.
Sarebbero almeno 14, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, i jihadisti uccisi nei raid, in cui hanno trovato la morte anche 5 civili. Nel mirino della coalizione i pozzi di petrolio, grazie ai quali l'Is vende greggio sul mercato nero, ottenendo un guadagno che è stato stimato in due milioni di dollari al giorno. Ieri sarebbero state colpite una serie di piccole raffinerie.
Il Vaticano: rischio escalation, ma la strage va fermata
"In questi casi il pericolo è sempre quello dell’escalation incontrollata, che può nascere quando si usano le armi, ma il Papa è stato molto chiaro: l’aggressore deve essere fermato". Lo dice il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, in un’intervista alla Stampa. Sull’illegalità dei raid lanciati dagli Stati Uniti e dai loro alleati in Siria, "non posso prendere questa posizione. L’importante però - dice Parolin - è che avvengano nella cornice dove ci troviamo, cioè con la legittimità degli interventi che sono discussi e sostenuti nell’ambito dell’Onu".
Non ha dubbi invece il presidente iraniano Hassan Rohani, che ha ribadito oggi "l'approccio strategico sbagliato" dell'Occidente, mostrato "contro l'Afghanistan e l'Iraq", con "l'inappropriata interferenza in Siria" e cercando di fare della democrazia "un prodotto da esportazione". Parole che non stupiscono, se si considera che Teheran è alleata del regime di Bashar al-Assad.
Esecuzione in piazza a Mosul
Intanto a Mosul sarebbe stata uccisa, pubblicamente, Samira Salih al-Nuaimi, un'attivista accusata di apostasia. Secondo la missione Onu in Iraq era stata sequestrata il 17 settembre, dopo aver pubblicato su Facebook messaggi che criticavano la distruzione di luoghi di preghiera nella città. Il Centro del Golfo per i diritti umani ha fatto sapere che si occupava come avvocato di diritti dei detenuti e povertà.
In serata l'Fbi ha annunciato di essere arrivato a identificare l'assassino di James Foley e Steven Sotloff, di cui però l'agenzia non ha voluto rendere pubblico il nome.
Distrutta chiesa storica a Tikrit
L’Isis ha "distrutto completamente" la Chiesa verde di Tikrit, nel nord dell'Iraq. Lo riferisce l’agenzia Mena citando fonti della sicurezza irachena. Si tratta di uno dei più antichi monumenti cristiani in Medio Oriente. I jihadisti hanno piazzato l’esplosivo all’interno e poi fatto brillare le cariche.
Sempre a Tikrit distrutta la storica moschea di Arbaeen Wali. L’edificio ospitava le tombe di 40 "martiri". Secondo i jihadisti, il culto dei martiri incoraggia l’idolatria dei fedeli. La moschea era situata lungo la strada che collega Tikrit con la capitale Baghdad e la seconda città più importante del paese, Mosul. Ogni anno ospitava migliaia di visitatori. "All’inizio era una madrasa come al-Mustansariya a Baghdad, al-Mamilya al Cairo e Sabina nell’Asia centrale», ha affermato un accademico iracheno che ha chiesto di restare anonimo. All’interno di Arabeen Wali sono state trovate antichissime tracce scritte risalenti al tredicesimo secolo.
Nei giorni scorsi la furia dei miliziani jihadisti si era abbattuta sull’antico castello di Tikrit e, in precedenza, contro le tombe dei profeti a Mosul, sempre nell’Iraq settentrionale. L’Isis ha fatto saltare in aria la moschea dove sorgeva la tomba del profeta Seth, una delle più antiche della città, risalente al 1057, e in precedenza quelle di altri due profeti, Giona e Daniele.
Attacchi contro l'Occidente
Il gruppo radicale, secondo quanto ha detto oggi il premier iracheno Haider al-Abadi, ha pronti attacchi contro i Paesi occidentali e in particolare nel mirino, oltre agli Stati Uniti, la metropolitana di Parigi. Gli attentati non sarebbero ancora stati sventati.
In un recente messaggio il portavoce dell'Is aveva invitato a colpire con ogni mezzo gli "infedeli". Le autorità americane hanno risposto che al momento non risultano segnali di attacchi imminenti alla metropolitana di New York.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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