Siria, raid russo uccide due strateghi dell'Isis

Eliminati almeno 40 jihadisti durante le operazioni militari di Mosca. Tra questi anche il ministro della Guerra delle bandiere nere

Siria, raid russo uccide due strateghi dell'Isis

Il generale siriano Issam Zahreddine era stato chiaro: "Deir Ezzor sarà la tomba dell'Isis". E così è stato. Il Califfato ha infatti subito una cocente sconfitta, dopo che l'esercito di Damasco è riuscito a rompere l'assedio che da anni teneva in ostaggio la città. Migliaia di civili erano infatti chiusi nella morsa dei terroristi. Il cibo e l'acqua scarseggiavano. Il popolo, però, resisteva. I beni di prima necessità venivano paracadutati dal cielo. Quando era possibile.

A lungo, i caccia russi hanno bombardato le postazioni dei terroristi per permettere all'esercito siriano l'avanzata via terra. Oggi il ministro della Difesa russo ha annunciato che i jet di Mosca hanno ucciso in un raid dello scorso 5 settembre almeno 40 jihadisti: "Dopo aver confermato le informazioni ricevute e aver condotto ulteriori verifiche, due aerei Su-34 e Su-35 delle Forze aerospaziali russe sono decollate dalla base aerea di Khmeimim. Il raid aereo ha distrutto un posto di comando sotterraneo dei terroristi, un centro di comunicazione e circa 40 militanti di Daesh". Tra questi anche il ministro della Guerra delle bandiere nere, Gulmurod Khalimov. "Secondo informazioni confermate, tra i militanti uccisi c'erano quattro influenti comandanti, tra cui 'lo sceriffo di Deir Ezzor' Abu Muhammad al-Shimali, che era responsabile del finanziamento e del dispiegamento di nuove reclute di Daesh nei campi di addestramento", si legge nelp comunicato diffuso dal ministero della Difesa russo.

La mente degli attacchi di Parigi

Abu Muhammad al-Shimali era il responsabili della supervisione dei foreign fighter dello Stato islamico. Tarad Muhammad al-Jarba (questo il suo vero nome) era nato in Iraq nel novembre del 1979 ed era di nazionalità saudita. Nel 2005 era entrato a far parte di al Qaeda, per poi unirsi alle bandiere nere. Secondo il Dipartimento di Stato americano, al-Shimali era "un leader chiave del Comitato dell'Isis per l'immigrazione e la logistica ed era responsabile della gestione dei viaggi dei terroristi stranieri soprattutto attraverso Gaziantep, in Turchia, verso la città di Jarabulus, controllata dall'Isis in Siria. Al-Shimali e il Comitato dell'Isis per l'immigrazione e la logistica coordinavano le attività di traffico, i trasferimenti finanziari e la logistica in Siria e in Iraq dall'Europa, dal Nord Africa e dalla Penisola arabica".

Il 29 settembre del 2015 gli Stati Uniti hanno congelato i beni di al-Shimali e vietato ad aziende e individui americani di avere rapporti con lui. È stato anche inserito nella lista di persone soggette a sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che impone il divieto di viaggiare, congela i beni e pone un embargo sulle armi. Al-Shimali era poi stato inserito nella Special Notice dell'Interpol-Consiglio di sicurezza Onu. Secondo il Telegraph, al-Shimali potrebbe aver svolto un ruolo chiave negli attacchi del 13 novembre del 2015 a Parigi. Sarebbe infatti stato lui a far arrivare in Siria sei attentatori suicidi per addestrarli e poi a farli rientrare in Francia. Su di lui gli Stati Uniti avevano messo una taglia di cinque milioni di dollari.

Il ministro della guerra dell'Isis

Gulmurod Khalimov è nato il 14 maggio 1975 a Varzob, in Tagikistan, ed è stato colonnello delle operazioni speciali del Tagikistan, comandante della polizia e cecchino dell'esercito. Fino al 2015 è stato comandante di un'unità di polizia per operazioni speciali del ministero degli Interni, o Omon, incaricata di combattere i militanti nel Paese. All'inizio di agosto il dipartimento di Stato americano ha posto una taglia di tre milioni di dollari su di lui, offrendo la ricompensa a chi fosse in grado di fornire informazioni utili all'arresto di Khalimov. Prima che il suo nome venisse inserito nella lista di terroristi stilata dagli Stati Uniti, Khalimov aveva ricevuto addestramento militare presso una base americana. Nel 2003 era infatti andato a Baton Rouge in Louisiana e aveva seguito un addestramento militare delle Forze speciali americane. Nel 2008 aveva seguito un ulteriore addestramento sempre presso Baton Rouge. Nell'aprile del 2015 era scomparso dal Tagikistan, per poi riapparire il 28 maggio dello stesso anno su YouTube dove, in un video, annunciava di essersi unito all'Isis. Nel settembre del 2016 era stato nominato "ministro della guerra" dell'Isis al posto di Abu Omar al-Shishani, ucciso il 10 luglio di quell'anno in un raid Usa in Iraq.

Il 29 settembre del 2015 Khalimov è stato inserito nella lista delle persone soggette a sanzioni del Dipartimento di Stato americano. Il 29 febbraio è stato raggiunto da sanzioni previste dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

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