
La resistenza al nazismo vista attraverso gli occhi delle donne. C'è questo in Two sisters in resistance, documentario di Thijs Zeeman, che racconta la storia di Freddie e Truus Oversteegen, due sorelle che durante l'occupazione dell'Olanda lavorarono con i partigiani contro i tedeschi.
Loro due e Hannie Schmit, che rimase ucciso vicino ad Haarlem appena prima che il conflitto finisse, avevano un ruolo importante. Non erano chiamate a combattere, ma piuttosto a utilizzare le armi della seduzione contro i soldati tedeschi.
Un uomo si presentò a casa della famiglia Oversteegen quando Freddi era ancora 14enne, chiedendo alla madre, militante comunista, di lasciargli arruolare le due figlie nella resistenza. Nessuno avrebbe sospettato di due ragazzine e così facendo la Resistenza avrebbe avuto campo libero contro i nazisti.
"Ci hanno insegnato a sparare e a marciare nei boschi. Eravamo in sette, Hannienon c'era ancora e io e mia sorella eravamo le uniche femmine.
Qualche tempo dopo c'è stata la prima missione: un pezzo grosso nazista è stato ucciso in quello stesso bosco ed è stato sepolto sul posto, ma a me a Truus non è stato dato il permesso di assistere; pensavano che non fosse una cosa da far vedere a delle ragazzine", racconta l'ormai anziana Freddie.Nei boschi ad attendere gli ufficiali nazisti c'erano i proiettili dei partigiani. "Il pensiero che una donna potesse far parte della resistenza non li ha mai neppure sfiorati".
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