Spagna, il governo contro l'inflazione. Treni gratis e tasse sui big dell'energia

Sconti anche su bus e metro. Il premier Sánchez: "Non tollereremo che le aziende approfittino della crisi per arricchirsi"

Spagna, il governo contro l'inflazione. Treni gratis e tasse sui big dell'energia

Una serie di misure per difendere la classe media dalla piaga dell'inflazione, che a causa della guerra in Ucraina sta investendo le economie di centinaia di Paesi nel mondo e dunque anche la Spagna. Le adotterà il governo del primo ministro Pedro Sánchez dopo un discorso al Parlamento di Madrid (il suo primo intervento al dibattito sullo stato della Nazione in corso in Aula) in cui il capo del governo spagnolo ha annunciato: treni gratis per tre mesi (tramite il rimborso degli abbonamenti ai trasporti ferroviari locali gestiti dallo Stato dal 1 settembre al 31 dicembre), sconti del 30% sulle tariffe per il trasporto pubblico urbano (bus e metro) e soprattutto «imposte straordinarie» sui profitti extra di grandi società energetiche e finanziarie, da cui Madrid punta a ricavare 7 miliardi di euro in due anni. «Sono perfettamente cosciente delle difficoltà quotidiane della maggioranza della popolazione - ha spiegato il premier Sánchez, con un discorso che guarda a sinistra - Il salario vale sempre meno e il paniere diventa ogni volta più caro» ha aggiunto il capo del governo, definendo l'inflazione «una malattia grave» per l'economia che «impoverisce tutti e colpisce i più vulnerabili». Quanto all'intervento straordinario su banche e imprese energetiche: «Questo governo non tollererà che le aziende approfittino della crisi per arricchirsi».

Tra le misure in favore delle famiglie ci sono anche 100 euro mensili per i giovani dai 16 anni in su che stanno già ricevendo borse di studio, «con l'obiettivo che nessun giovane sia costretto ad abbandonare gli studi per necessità». La misura favorirà circa un milione di studenti. Per quanto riguarda l'aumento delle tasse per il 2023 e 2024 per i gruppi energetici, il governo stima di recuperare 2 miliardi di euro l'anno. L'introduzione di questa imposta eccezionale, destinata a risollevare le finanze pubbliche spagnole, danneggiate dalla crisi economica, era stata menzionata alla fine di giugno dal primo ministro. Ma quest' ultimo non aveva specificato l'importo o la durata della misura fiscale. Dovrebbero invece fruttare 1,5 miliardi le nuove imposte, straordinarie e temporanee, alle «grandi entità finanziarie (le banche) che hanno cominciato a beneficiare dell'aumento dei tassi di interesse». Il primo ministro ha insistito sul fatto che i profitti generati dall'impennata dei prezzi «dovrebbero essere restituiti ai cittadini» invece di essere utilizzati per «gonfiare» gli «stipendi dei grandi imprenditori».

«Da quando i prezzi hanno iniziato a salire - ha ricordato il premier socialista, difendendo l'operato del suo governo - la Spagna ha mobilitato 30 miliardi di euro «a sostegno di aziende e famiglie», l'equivalente del 2,3% del prodotto interno lordo.

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