Spagna, schiaffo al figlio che non vuole lavarsi: condannata al carcere

I magistrati hanno sostituito la pena inflitta, due mesi di carcere, con altrettanti mesi di lavoro in comunità

Spagna, schiaffo al figlio che non vuole lavarsi: condannata al carcere

In Spagna una madre è stata condannata a due mesi di carcere, poi sostituiti con altrettanti mesi di lavoro presso una comunità, per aver dato due schiaffi al figlio che non voleva fare la doccia.

Il fatto, riferito da La Voz de Galicia, è accaduto a Pontevedra, una città di poco più di ottantamila abitanti della comunità autonoma della Galizia (nord-ovest della Spagna).

I giudici dell'Audiencia di Pontevedra hanno accusato la donna di avere commesso un reato di abuso nel campo della violenza domestica e per tale motivo, oltre ai lavori di pubblica utilità che dovrà svolgere (assegnati, secondo i giudici, perché "non ci sono precedenti in materia"), non potrà avvicinarsi a meno di 200 metri dal figlio.

La vittima è un ragazzino di 10 anni che nella serata del 20 maggio dello scorso anno si era rifiutato di lavarsi e, dopo avere risposto verbalmente di "no" alla mamma, aveva ricevuto dalla genitrice "un paio di schiaffi". Adesso la madre non potrà avvicinarsi al figlio per sei mesi.

Il Tribunale di Pontevedra ha ritenuto che il "rimprovero a un'eventuale disobbedienza non può mai giustificare l'uso della violenza esercitata dal convenuto". I magistrati hanno riconosciuto che i genitori hanno il potere di correggere i loro figli, visto che è "qualcosa di integrato nei diritti e gli obblighi derivanti dall'autorità dei genitori", tuttavia hanno sottolineato che ciò in Spagna "può essere concepito solo se è orientato al beneficio dei bambini e finalizzato alla realizzazione della loro formazione integrale. Ha come limite invalicabile l'integrità fisica e morale di questi".

Gli avvocati difensori della madre hanno sostenuto che il comportamento della donna era coperto

dal suo diritto di correzione sul figlio, cosa che i giudici hanno scartato, scatenando le polemiche degli spagnoli che adesso si chiedono fino a che punto arrivi il diritto dei genitori di rimproverare ed educare i figli.

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