Razzo fotografato sui cieli di Roma. Ecco dove può cadere

È stato avvistato da Giovanni Masi all'alba il secondo stadio del razzo Long March 5B in caduta libera sulla Terra; nove regioni in allerta

Razzo fotografato sui cieli di Roma. Ecco dove può cadere

Continua la discesa incontrollata del secondo stadio del razzo Long March 5B, che questa mattina all'alba è stato avvistato sopra i cieli di Roma, visibile anche a occhio nudo. Un evento che sta tenendo col fiato sospeso milioni di persone e che ha spinto la Protezione civile a lanciare un allarme per la possibile caduta di detriti di grandi di dimensioni all'interno di un'area che comprende anche alcune regioni italiane. A scattare la fotografia è stato Gianluca Masi, astrofisico responsabile del progetto Virtual Telescope.

Il rientro sulla Terra è previsto poco dopo l'1 del mattino di domenica 9 maggio ma la velocità della parte del razzo Long March è tale che la finestra temporale si spinge per circa 9 ore oltre l'orario previsto. Anche lo spazio di caduta non è ancora determinabile in maniera accurata, tanto che sono 9 le regioni italiane in allerta per la possibile caduta di detriti di dimensioni ragguardevoli, ai quali si aggiunge la possibile pioggia. Si tratta della precipitazione al suolo di materiale spaziale di dimensioni più piccole che proviene dall'impatto del secondo stadio con l'atmosfera. Solitamente i detriti spaziali si disintegrano quando entrano in atmosfera ma il secondo stadio del Long March 5B ha dimensioni talmente importanti che gli esperti sono convinti possano cadere pezzi talmente grandi di causare danni (non crolli) agli edifici.

"Sono riuscito a riprendere il razzo cinese CZ-5B R/B da Roma circa 90 minuti fa. Facile da vedere ad occhio nudo, appariva chiaramente lampeggiante, per via della sua rotazione", ha scritto Gianluca Masi sul suo profilo Facebook annunciando l'avvistamento. Lo strumento che ha captato il razzo si trova a Ceccano, "ha puntato il razzo e lo ha inseguito tra le stelle, mentre si spostava assai rapidamente", ha spiegato Masi all'Ansa. Nonostante il comunicato di allerta diramato dalla Protezione civile, come riferisce l'Adnkronos, l'Asi rassicura che "la situazione è al momento decisamente sotto controllo". Emanuele Sillato, dell'Associazione astrofili Astris, ridimensiona ulteriormente l'allarme: "Il monitoraggio è sempre preciso ed è difficile che possano verificarsi danni seri. Questo perché bisogna considerare che il rientro del razzo nell'atmosfera provocherà frammentazioni importanti, e alla fine arriveranno pezzi molto piccoli sul nostro pianeta".

Le nove regioni che al momento sembrano essere maggiormente esposte al rischio di caduta di detriti di dimensioni importanti sono:

Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sebbene la possibilità sia al momento "remota" il consiglio degli esperti è quello di restare all'interno degli edifici.

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