Starbucks non sarà più il "bagno d'America": la catena chiude i suoi servizi

Sull'onda del politicamente corretto imperante negli States, Starbucks nel 2018 aprì i suoi bagni per tutti ma l'aumento di violenza impone un passo indietro

Starbucks non sarà più il "bagno d'America": la catena chiude i suoi servizi

A mali estremi, estremi rimedi. Si potrebbe riassumere così la decisione che sta ponderando di assumere la catena Starbucks negli Stati uniti. Al centro della disputa ci sono i bagni delle caffetterie che, per tradizione, vengono lasciati aperti a tutti, anche a chi non è un cliente di Starbucks. La decisione parte da lontano o, meglio, prende spunto da un'antica questione che da sempre attanaglia gli Stati uniti, ossia l'assenza di un numero adeguato di bagni pubblici nelle sue città. Tuttavia, la decisione di aprire i bagni di Starbucks a tutti, anche a chi non è cliente, è arrivata nel 2018 a seguito di un'azione di polizia che fece molto discutere negli States e che è servita alla catena anche come volano per il rilancio dell'attività tra i cultori del politicamente corretto americani, in numero sempre maggiore.

Tutto nasce quando, a Philadelphia, due uomini afroamericani si siedono in un tavolino della catena ma, prima di effettuare l'ordinazione, decidono di andare in bagno. A quel punto scatta un'operazione di polizia per trarli in arresto, visto che era vietato, con tanto di accuse di razzismo per Starbucks e la polizia. Inevitabile correre ai ripari per la catena di caffetterie, che annuncia urbi et orbi tramite i social di aver preso una decisione storica: bagni aperti per tutti, anche per i non clienti. "Chiediamo scusa alle due persone coinvolte e ai nostri clienti e siamo molti dispiaciuti che questo episodio abbia portato a un arresto", scrisse su Twitter il ceo di Starbucks, aggiungendo: "Stiamo rivedendo le nostre procedure e ci stiamo impegnando con la comunità e il dipartimento di polizia per fare in modo che questo tipo di situazioni non capitino più, in nessuno dei nostri negozi".

Da quel momento, non solo i bagni, ma anche i tavolini di tutti i locali Starbucks degli Stati uniti sono stati a disposizione di chiunque. Già al momento dell'annuncio, però, in tanti avevano sottolineato come quella mosse non fosse particolarmente felice, perché rischiava di agevolare lo spaccio, la prostituzione e di attirare i senzatetto, causando disagi ai clienti della caffetteria. A distanza di 4 anni, le previsioni si sono rivelate corrette e Starbucks è stata costretta a fare nuovamente marcia indietro, annunciando addirittura la chiusura dei bagni.

"Non so se potremo lasciare i nostri bagni aperti", ha detto l'amministratore delegato Howard Schultz alla luce dell'aumento degli episodi di violenza causati dagli sbandati e dai soggetti con patologie. Così, Starbucks, non sarà più il bagno d'America.

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