Italia e Cina? Sempre più vicine. Lo sono nell’ambito della recente sigla del Memorandum of Understanding sulla via della Seta, lo sono ancor di più rispetto alla dimensione del viaggio, all’esperienza fisica che un Paese fa dell’altro. E grazie all’hub strategico rappresentato dall’aeroporto di Fiumicino, i cinesi sono entrati a pieno titolo nella parte alta della classifica dei visitatori stranieri che scelgono la “Destinazione Italia” come meta favorita.
Per questa ragione, dopo un’accurata analisi dei target dei flussi turistici emergenti, ho partecipato rappresentando Roma Capitale alla missione ufficiale italiana in Cina con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Aeroporti di Roma (che è il partner capitolino per la certificazione “Welcome Chinese”) e il Convention Bureau Roma e Lazio: tutto sotto l’egida dell’Ente Nazionale del Turismo Italiano.
Ho potuto così (ed è stato un onore) presentare l’offerta turistica della Città Eterna al Salone Internazionale ITB Shanghai e al “Rome the Italian Gateway to your business”, evento rivolto ai media e ai principali operatori cinesi di settore, replicato anche nella città di Hangzhou. Nell’ampio panorama delle sinergie economiche e delle opportunità di scambio commerciale, il turismo ha un ruolo determinante, soprattutto in riferimento a Roma, che è la prima sul podio delle città italiane preferite dal Paese del dragone.
Con le sue 25 frequenze a settimana, le 8 città servite, i 4 vettori cinesi operanti sullo scalo, l’Aeroporto Leonardo da Vinci ha facilitato e potenziato i viaggi dall’Oriente, concretizzando il felice connubio tra forza infrastrutturale e appeal capitolino, con ottimi frutti. Mezzi e risorse, nella nostra visione, infatti, devono andare di pari passo, supportarsi a vicenda per poter essere il valore aggiunto dei rispettivi benefit. La linea guida della presenza di Roma in Cina è appunto una messa a sistema di benefit e servizi per accendere i riflettori sulle mille declinazioni possibili delle “vacanze romane”, con un accento particolare sul miglior benvenuto possibile che la Capitale può offrire ai turisti cinesi, in termini di accoglienza e servizi.
Su questo abbiamo lavorato molto, chiedendoci da un lato quale fosse il modo più adatto per farci conoscere dal pubblico cinese, dall’altro come far sentire “a casa” questi visitatori, che affrontano un lungo viaggio per venire ad ammirare i nostri monumenti, i luoghi simbolo dell’arte, della cultura e del cinema, ma anche per appassionarsi alle eccellenze della gastronomia romana. Come azione immediata per una promozione diretta attraverso i social abbiamo creato un canale WeChat interamente dedicato all’offerta turistica romana; in parallelo, come nel caso del parco archeologico del Colosseo che ha ottenuto la certificazione Welcome Chinese, abbiamo dotato i siti di maggiore interesse di indicazioni multilingue compreso il cinese, che saranno a breve seguite da una segnaletica QrCode.
Lo scopo è rendere inequivocabili le informazioni utili ad orientarsi dentro la città e fra le meraviglie delle aree turistiche. Non dimentichiamo che, nel 2018, proprio con una viaggiatrice proveniente da Shanghai abbiamo tagliato il traguardo dei 15 milioni di visitatori a Roma. Chiaramente non è solo turismo il rapporto tra l’Italia e la Cina, abbraccia ogni ambito dello sviluppo economico. Penso alla missione in Cina della delegazione di Roma Capitale unitamente ad altre sei “città pilota” europee nell’ambito del Programma Internazionale di Cooperazione Urbana. Questo progetto – promosso e supportato dalla Commissione Europea – vuole stabilire sinergie e partnership tra le maggiori città del mondo, per sviluppare piani di azione locali su temi legati a smart city, efficientamento energetico, innovazione e trasferimento tecnologico; ma anche e-commerce, strategie di promozione turistica e politiche di perfezionamento dell’accoglienza dei flussi di visitatori nelle diverse metropoli.
Protagoniste di questo scambio sperimentale di know how, sono state le tre città cinesi di Tianjin, Zhengzhou e Haikou, che si sono confrontate con Roma, Reggio Emilia, Nizza, Granada, Barnsley, Mannheim e Praga. Sulla scia del metodo già sperimentato con successo da Roma Capitale nel “Programma Urbact – Rigenerazione Urbana”, ai piani operativi condivisi con le città orientali seguirà un processo inclusivo di soggetti interessati, cioè istituti di ricerca, imprese, istituzioni e comunità locali. Scopo finale è il miglioramento della qualità di vita nelle aree urbane, in ottemperanza a quegli obiettivi di sviluppo sostenibile stabiliti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e nell’Agenda urbana dell’Unione Europea. In conclusione, lo spirito del confronto è sempre positivo.
Diventa ancor più pregnante in un momento come questo, in cui Roma Capitale, grazie all’aeroporto di Fiumicino, è diventata a pieno titolo la via di accesso della Cina in Europa.(L’autore è assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale) Traduzione di Zhou Yuhang
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