Sette bracconieri armati hanno attaccato il villaggio Thula Thula Rhino Orphanage, la casa del rinoceronte nero in Sud Africa ferendo anche agenti e turisti.
Hanno puntato i mitra sulla gente presente e hanno stuprato davanti a tutti una ragazza: "più che bracconieri pensavamo fossero terroristi", dicono i ranger. Come riporta il Corriere della Sera la vicenda è accaduta la scorsa settimana intorno a mezzanotte.
I bracconieri puntavano a Gugu e Impi, i due cuccioli di rinoceronte che nelle ultime settimane erano stati tenuti in riabilitazione nei recinti, orfani d’adulti a loro volta già ammazzati dai bracconieri: il primo l’hanno freddato e mutilato all’istante, all’altro hanno strappato il corno da vivo, lasciandolo in agonia fino all’alba e finché non s’è deciso d’abbatterlo. "Sapevano che i due baby-rinoceronti stavano per essere liberati nel parco, avevano fretta di prendersi in anticipo il bottino".
Sono state inoltre picchiate anche delle guardie, poi hanno aggredito i volontari europei che lavoravano al parco legandoli uno per uno. Un vera e propria guerra. "Erano scatenati: quando se ne sono andati, ci siamo stupiti ci avessero lasciati vivi", riferiscono i testimoni.
Una strage, però, molto redditizia: un corno di cinque-sei chilogrammi vale sul mercato cinese o vietnamita dai 150 ai 300mila dollari, su certe piazze molto più della cocaina, contro i duemila dollari al chilo che servono per comprare l’avorio delle zanne.
Un mercato che campa sulle credenze popolari — in Asia, il corno di rinoceronte è ritenuto un ottimo afrodisiaco, un rimedio contro i raffreddori e i dopo-sbornia, perfino un farmaco per prevenire il cancro — e vive pure di lusso: pugnali, braccialetti, soprammobili, molte aziende cinesi ne fanno omaggio ai clienti più importanti.
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