Svizzera. I lefebvriani hanno un nuovo Superiore. È italiano

In Svizzera don Davide Pagliarani è stato eletto come nuovo Superiore Generale della Fraternità tradizionale cattolica fondata da Marcel Lefebvre, società che guiderà per i prossimi 12 anni

Svizzera. I lefebvriani hanno un nuovo Superiore. È italiano

Fino al 21 luglio, presso il Seminario San Pio X di Ecône (Svizzera), si terrà il quarto Capitolo Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X.

L’11 luglio il sacerdote di nazionalità italiana don Davide Pagliarani è stato eletto nuovo Superiore Generale della Fraternità tradizionale cattolica dei lefebvriani, società che guiderà per i prossimi 12 anni succedendo a monsignor Bernard Fellay, il sessantenne vescovo (nato a Sierre, Svizzera) che è stato il Superiore Generale della Fraternità fondata da Marcel Lefebvre dal 1994 fino ad oggi (per due mandati).

Padre Davide Pagliarani ha 47 anni, ed è stato Ordinato sacerdote nel 1996 dallo stesso monsignor Fellay, vescovo che, grazie ad un decreto della Congregazione per i Vescovi datato 21 gennaio 2009, firmato dall’allora prefetto della Congregazione, il cardinale Giovanni Battista Re, è stato sollevato dalla scomunica che aveva colpito monsignor Lefebvre e i quattro vescovi da lui consacrati (oltre a Fellay, Alfonso de Galarreta , Bernard Tissier de Mallerais e Richard Williamson).

Don Pagliarani ha esercitato il suo apostolato a Rimini (Italia) e a Singapore, prima di essere nominato Superiore del Distretto Italia. Dal 2012 è stato direttore del Seminario Notre-Dame Co-rédemptrice di La Reja (Argentina). Adesso vivrà prevalentemente in Svizzera, dove la fraternità ha la sua casa madre.

Dopo aver accettato il suo ufficio, il neo eletto ha pronunciato la professione di fede e il giuramento anti-modernista che era stato prescritto dal Papa San Pio X con il Motu Proprio Sacrorum Antistitum del 1 settembre 1910 per respingere il pericolo del modernismo.

Adesso i 41 capitolari della Fraternità, riuniti in Svizzera, procederanno oggi, 12 luglio 2018, all'elezione dei due Assistenti generali che copriranno lo stesso mandato di 12 anni.

Attualmente la Fraternità San Pio X non è ancora considerata in piena comunione con la Chiesa di Roma. Tuttavia da parte di Papa Francesco, pur ostacolato da una parte della Curia romana, sono stati fatti vari passi in avanti tesi alla piena integrazione della comunità tradizionale nel cattolicesimo.

I contatti continuano ad essere mantenuti in particolare attraverso la Pontificia Commissione Ecclesia Dei. Il 13 dicembre 2013 monsignor Fellay era stato ricevuto da Papa Francesco e lo stesso Papa, attraverso la sua Lettera Apostolica Misericordia et misera, aveva autorizzato i sacerdoti Lefebvriani a celebrare lecitamente il sacramento della confessione "fino a nuove disposizioni".

Il 4 aprile dello scorso anno la Santa Sede ha autorizzato e stabilito le regole per i matrimoni dei cattolici da parte di sacerdoti della Fraternità San Pio X, riconoscendo legittimamente i matrimoni celebrati dalla Fraternità San-Pio X.

Il movimento della Fraternità San Pio X conta circa 1.500 tra sacerdoti, religiosi e religiose, un numero di seminaristi sempre in aumento e circa mezzo milione di fedeli che seguono la Santa Messa domenicale.

La fraternità è organizzata in 14 distretti, cioè paesi o gruppi di paesi in cui ha più di 3 conventi formati. Sono 6 le case autonome, vale a dire i distretti in preparazione. Ogni distretto è sotto la responsabilità di un superiore.

Attualmente i principali ostacoli al pieno riconoscimento della Fsspx sono legati al mancato riconoscimento delle "misure liberali" del Concilio Vaticano II.

In particolare la "libertà religiosa" che, secondo la Fraternità, si oppone alla dottrina della regalità sociale di Cristo; la collegialità che, secondo i Lefebvriani, avrebbe diluito e legato l’autorità papale, concedendo troppo potere alle conferenze episcopali; l'ecumenismo che avrebbe causato l'abbandono di proselitismo e di ogni attività tesa ad estendere ai non cattolici il cattolicesimo; i cambiamenti nella liturgia che l’avrebbero gravemente alterata. Per tale motivo i Lefebvriani celebrana la Santa Messa di sempre, quella in latino esistente prima dell’ultima riforma liturgica di Paolo VI.

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