Sydney, come i terroristi mistificano la realtà

L'artwork di Sydney è un disperato tentativo dei simpatizzanti di collegare qualsiasi episodio al terrorismo islamico

Sydney, come i terroristi mistificano la realtà

I simpatizzanti dello Stato Islamico rivendicano l’episodio di Sydney, in Australia. Per strutturare una efficace contro-propaganda, così come avvenuto per l’incendio di Notre Dame, ribaltiamo i fattori e riscriviamo l'equazione IW. Il terrorismo è un’ideologia per una guerra di contenuti. Il nostro fine è quello di screditare la jihad mediatica di simpatizzanti e terroristi, confutando quell'illusorio piano di terrore e coordinamento globale.

Sydney, come i terroristi mistificano la realtà

Ieri pomeriggio, un malato di mente ha accoltellato a morte una donna, ferendone una seconda, nel centro di Sydney, in Australia. L'uomo, armato di coltello, urlava Allahu Akbar. Sono stati i comuni cittadini a scendere in strada e ad affrontare il malato di mente. La sua follia si è scontrata, perdendo miseramente, con il coraggio dei cittadini. In pochissimi istanti il criminale si è trasformato da cacciatore a preda. L'episodio di Sydney è stato utilizzato da Muntasir media per un artwork che sta girando in queste ore sui canali jihadisti. Non si tratta, ovviamente, di una rivendicazione ufficiale poichè parliamo sempre di una sigla pro-Is (concetto di autorità dei canali Idra) o Isis-linked group o Isis-aligned group. Non si tratta di una minaccia ufficiale dello Stato islamico. Questa è una distinzione fondamentale. Purtroppo non sempre è stata rilevata, ad esclusivo vantaggio della propaganda jihadista. Non vi è alcun collegamento tra i media operative del nucleo centrale dell’organizzazione terroristica ed i simpatizzanti dei gruppi pro-Is. E' il solo messaggio dello Stato islamico tramite i suoi canali Idra (al-Naba, Islamic State ed Amaq del Central Media Diwan) ad avere l'autorità necessaria per innescare i distaccamenti o consacrare le loro operazioni per attacchi pianificati e su larga scala. In questi anni abbiamo dimostrato che per realizzare una vignetta simile sono necessari pochi minuti. La rete fa il resto.

I simpatizzanti non possiedono autorità, quindi non possono ordinare attacchi. La leadership jihadista si è sempre basata su un nutrito numero self-starters e fanatici opportunisti che traggono ispirazione prevalentemente dalle guide disponibili sulla rete. Per lo Stato islamico, la gratuita cassa di risonanza della rete è essenziale sia per continuare ad attirare reclute che per preservare la lealtà dei seguaci. L'artwork di Sydney è un disperato tentativo dei simpatizzanti di collegare qualsiasi episodio al terrorismo islamico. Il loro ruolo è praticamente irrilevante senza un'azione fisica di supporto nel mondo reale che possa dare credibilità alle loro minacce.

Per strutturare una efficace contro-propaganda, così come avvenuto per la distorta strumentalizzazione attuata sempre da Muntasir per l'Incendio di Notre Dame, ribaltiamo i fattori e riscriviamo l'equazione IW. Partiamo proprio dall'artwork creato da Muntasir media. La foto originale è stata scattata ieri. La sigla pro-Is tenta di plasmare la realtà suo vantaggio, giocando con le capacità di giudizio e la percezione dei simpatizzanti. Come? quei mirini rossi incollati sulla foto originale. A prima vista indicherebbero le vittime designate, i bersagli dell'uomo. Tuttavia quei mirini sono stati incollati per un preciso scopo: nascondere i cittadini che hanno accerchiato ed affrontato l'uomo. Muntasir, ad esempio, taglia l'uomo sulla destra che ha imbracciato una sedia (crea una distanza di sicurezza, blocca gli arti superiori ed inchioda l'avversario a terra). I mirini incollati da Muntasir media tentano di nascondere gli inferociti cittadini sullo sfondo (armati di bastoni, mazze, catene e cassette di plastica), che si stanno dirigendo verso il malato di mente. Ecco come Muntasir mistifica la realtà per i suoi fini. Se un simpatizzante venisse a conoscenza dei fatti di Sydney soltanto dall'artwork di Muntasir, penserebbe ad un'azione di successo. Ed in effetti, quante persone acquisiscono una cognizione dei fatti tramite i social? quanti si documentano confrontando le fonti? la realtà di quanto avvenuto a Sydney racconta altro anche se purtroppo il malato di mente ha ucciso una donna, ferendone una seconda. Muntasir abbozza quel testo tentando di ricollegare l'episodio allo Stato Islamico. Forse riceverà un trafiletto sul prossimo numero del settimanle al Naba (atteso nella notte tra giovedì e venerdì), ma niente di più.

Sydney, strutturare un testo di contro-propaganda

Abbozziamo adesso un modello IW per contrastare la versione jihadista, traendo ispirazione dai precedenti comunicati scritti dalle sigle jihadiste per fatti analoghi. Il linguaggio è strumento di influenza con forme metriche strutturate per riflettere la visione di una realtà. E' il linguaggio a definire le azioni accessibili e delegittimare le altre percezioni del mondo. Alleghiamo la foto dell'uomo a terra: impaurito, confuso, malmenato. In pochissimi minuti si è trasformato da aspirante terrorista a terrorizzato. Un modello IW di contro-propaganda dovrebbe partire da questa foto, puntando tutto sul coraggio dei civili che lo hanno affrontato. Giochiamo con le parole ed il loro significato. Abbiamo la testa del malato di mente "in gabbia", il suo corpo a terra. Non può fare nulla. Se dovessimo creare un artwork per contrastare Muntasir, potremmo utilizzare questa foto partendo da un testo tipo "I leoni sono a caccia". I leoni sono i cittadini che hanno affrontato l'uomo. Qualcosa che abbiamo già visto a Londra. Per andare a caccia, i leoni sono liberi, senza paura. Sono ancora liberi dalla falsità (la narrativa jihadista) e dalla paura. E sono in branco, quindi forti. Ricordiamo che il leone è una figura importante per l'arte e la cultura islamica. Evoca doti di coraggio, forza e valore. Il testo finale del nostro modello IW sarebbe questo: "I leoni (i cittadini) non sono più in gabbia (la paura), ma sono a caccia di iene". Non esistono le tragiche fatalità, ma una serie di circostanze determinate da diversi fattori umani ed ambientali. L’utilizzo prudente della comunicazione e la comprensione costante della situazione, formano il nucleo della risposta psicologica al terrorismo. Noi dobbiamo dare coraggio al popolo, contrastare la visione jihadista e proteggere chi amiamo. Questa non è una guerra informatica, ma di contenuti. Questa è la nostra contro propaganda.

L'efficacia dei simpatizzanti, nonostante siano stati consacrati a mujaeddin dallo stesso al-Baghdadi, sarà sempre marginale.

Senza un'azione fisica di supporto nel mondo reale che possa dare credibilità alle loro minacce, il ruolo dei simpatizzanti è destinato a rimanere irrilevante. In ogni caso, le sigle pro-Is continueranno ad invocare disperatamente un qualsiasi tipo di attentato che possa essere inconfutabilmente etichettato come tale.

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