Tariq Ramadan, figura influente e controversa dell'Islam europeo, per la prima volta dopo essere stato incriminato nel febbraio 2018, ha rilasciato un'intervista a Jean-Jacques Bourdin, di Bfm Tv, per difendersi dalle accuse.
L’icona della sinistra filo-islamica europea era stato incriminato per alcuni stupri, tra cui uno su una persona vulnerabile ma, dopo mesi di silenzio, ha tentato di ribaltare la sua posizione. "Sono stato vittima di una trappola", ha detto Ramadan, accusando le presunte vittime di dire bugie.
Dopo nove mesi di detenzione preventiva, tra febbraio e novembre 2018, il teologo islamico ha cercato di difendersi assicurando di avere sempre avuto rapporti sessuali consensuali. Il predicatore è arrivato a paragonare il suo caso all'affare Alfred Dreyfus (quel capitano alsaziano, di origine ebraica, accusato dai francesi, ingiustamente, di aver tradito la patria e favorito la Germania), dicendo a Jean-Jacques Bourdin che "la Francia del 1897, all'unanimità, contro Dreyfus, aveva torto".
Secondo Ramadan sono state le sue posizioni sull'Islam ad avergli causato questi problemi. "Nessuno può ignorare il razzismo antimusulmano che si è insediato nel paese, alimentato quotidianamente da politici e giornalisti. Sembra riprodursi il caso Dreyfus. Ieri per gli ebrei, oggi per i musulmani".
Il già docente di Studi islamici contemporanei all'Università di Oxford, nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani Hassan al-Banna, era stato tirato in ballo per la prima volta il 20 ottobre 2017, quando Henda Ayari aveva presentato una denuncia per atti di stupro, violenza sessuale, violenza intenzionale, molestie e intimidazioni.
Tariq Ramadan negò l'accusa ma quattro giorni gli era arrivata una nuova denuncia, simile alla prima, presentata da una seconda donna. Era il periodo seguente lo scandalo Weinstein, vicenda che, in diversi paesi europei, aveva spinto campagne mediatiche protese ad incoraggiare le donne, vittime di molestie o abusi sessuali, a farsi avanti.
Il successivo 31 gennaio del 2018, Ramadan era stato messo sotto custodia dopo essere stato ascoltato dalla polizia giudiziaria di Parigi e due giorni dopo fu incriminato formalmente per stupro e stupro su persona vulnerabile, e incarcerato nella prigione di Fleury-Mérogis. Nel mese di marzo 2018, una terza donna, Mounia Rabbouj, denunciò per stupro Ramadan e i media rivelarono che una quarta donna, americana, aveva presentato un'analoga denuncia a Washington. Tariq Ramadan si era limitato ad ammettere una relazione con la terzo denunciante ma nell'aprile 2018 scattò una quinta denuncia contro di lui, sempre per stupro, coercizione sessuale e rapimento, da parte di una donna svizzera.
Ramadan confessò agli inquirenti la sua sregolata vita sessuale (ricca di cinque relazioni extraconiugali) ma negò di aver esercitato violenza contro le sue amanti. Ma la giustizia svizzera decise di incriminarlo ugualmente per stupro e coercizione sessuale lo scorso mese di settembre (il successivo 15 novembre 2018 venne però rilasciato sotto condizione). Alla fine di agosto 2019 è emerso che Tariq Ramadan è finito ancora sotto accusa lo scorso maggio per una nuova accusa di stupro presentata in Francia, nazione dove si sarebbero verificati questi ulteriori fatti nel 2014, al Sofitel Lyon.
Adesso, nell’intervista concessa a Bfm Tv, che ha visto la partecipazione di Alexandra Gonzalez, giornalista del settore “polizia e giustizia” del canale francese, di Bernadette Sauvaget, giornalista di Libération e specialista in religioni e di Eric Morani, consulente di una delle denuncianti, Ramadan ha parlato di una sua "demonizzazione" e ha riconosciuto, tuttavia, un "fallimento morale" nel suo stile di vita islamico: "sono un uomo con tutte le sue contraddizioni".
L’islamologo è uscito dal suo silenzio per pubblicizzare il suo ultimo libro, "Devoir de vérité", che uscirà in Francia il prossimo 11 settembre.
Nel testo, come anticipato da Le Monde, definisce "donne gelose, che si sentivano tradite e hanno cercato a posteriori di regolare i conti" le sue accusatrici, parla di linciaggio mediatico nei suoi confronti, di ingiustizia che starebbe subendo e di nemici coalizzati contro di lui perché islamico. L’avvocato di Henda Ayari, la prima donna che aveva accusato Ramadan, ha definito il predicatore islamico su Twitter, dopo il suo ultimo intervento, "indegno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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