L'idea di fondo è semplice. Sconfiggere il fenomeno dei frontalieri in Ticino varando una misura di legge che imponga ai datori di lavoro di dare la precedenza ai connazionali, nelle assunzioni, rispetto agli stranieri.
Questa la proposta alla base dell'iniziativa dei partiti svizzeri Lega dei Ticinesi e Udc. Il prossimo 25 settembre in Ticino si terrà un referendum costituzionale per decidere se bocciare o promuovere "la salvaguardia dell'identità ticinese, contro l'immigrazione di massa e il dumping salariale". La polemica contro i 62mila frontalieri (i lavoratori italiani che ogni giorno sconfinano in Svizzera per lavorare, ndr) che ogni giorno passano il confine arrivando soprattutto dalle province di Como e di Varese ha ormai assunto i toni di una crociata: basti pensare che lo slogan del comitato per il sì alla legge, ripreso anche dal nome del sito internet, è "prima i nostri".
Già nel 2014 un altro referendum aveva sancito l'approvazione di contingenti per limitare il numero dei lavoratori stranieri: "Promuoviamo un’iniziativa costituzionale che ponga rimedio all’attuale mancanza di protezione per i salariati ticinesi — spiegano i promotori — Non è una battaglia partitica ma una lotta trasversale per sostenere la nostra identità e i nostri diritti; che vuole proteggerci dal dumping salariale in atto grazie al continuo aumento dei frontalieri".
Frontalieri che, naturalmente, sono saliti sulle barricate.
Nato su Facebook, il "Gruppo frontalieri Ticino" ha annunciato uno sciopero per il 22, 23 e 24 settembre: l'astensione dal lavoro ha lo scopo di mostrare ai ticinesi quanto peso abbiano i lavoratori stranieri sul mercato dell'occupazione locale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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