È un attentato dai contorni particolarmente macabri, ma ancora senza una rivendicazione quello messo a segno nella foresta della Casamanca, nel Senegal meridionale, in cui tredici persone sono morte e altre sette sono state ferite.
Le notizie che arrivano dal Paese africano parlando di uomini che hanno attaccato un gruppo di adolescenti con armi da fuoco e che avrebbero decapitato alcuni di loro, che si trovavano nella foresta per raccogliere del legname. Si tratta dell'episodio più grave in diversi anni.
Dal 1982 la zona meridionale del Senegal, che è meno ricca del resto del Paese, deve convivere con la presenza del Movimento delle Forze Democratiche della Casamance (MFDC), un gruppo separatista con cui però le autorità hanno raggiunto un cessate il fuoco nel 2014. L'anno precedente l'ultimo grosso attacco da parte della milizia, che prese come ostaggi 12 dipendenti di una società sudafricana specializzata nello smaltimento degli ordigni.
L'esercito del Senegal ritiene che i fatti potrebbero essere legati alla recente liberazione, mediata dalla Comunità di Sant'Egidio, di due uomini del movimento e che ad agire, uccidendo i ragazzini, potrebbero essere stati i membri di un gruppo rivale.
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