Trump grazia soldato Usa condannato per la morte di un miliziano di Al Qaida

La grazia concessa da Trump all’ufficiale che ha lottato in Iraq contro Al Qaida è stata accolta con sdegno dai democratici e dalle ong umanitarie

Trump grazia soldato Usa condannato per la morte di un miliziano di Al Qaida

Il presidente americano Donald Trump ha in questi giorni adottato un provvedimento di clemenza nei confronti di un soldato Usa che ha combattuto in Iraq contro Al Qaida.

Il beneficiario della grazia è il primo tenente Michael Behenna, condannato nel 2009 dalla giustizia militare statunitense per “omicidio non premeditato”. L’ufficiale era stato allora riconosciuto colpevole di avere assassinato, durante la sua permanenza nella nazione araba, un nativo del posto. Il fatto che la vittima fosse un miliziano qaidista non era servito a evitare a Behenna, originario dell’Oklahoma, una condanna a 25 anni di detenzione.

Nel 2014, il tribunale di sorveglianza gli aveva concesso la libertà vigilata per “buona condotta” e, grazie al recente intervento del tycoon, l’ufficiale potrà presto tornare nella condizione di uomo libero. Ad annunciare ai media nazionali il provvedimento di clemenza deciso dall’inquilino della Casa Bianca è stato il capo dell’ufficio-stampa della presidenza Usa, Sarah Sanders.

La donna ha affermato che il magnate avrebbe disposto la scarcerazione di Behenna dopo avere constatato l’“ammirevole” impegno profuso da quest’ultimo in Iraq contro il jihadismo. A descrivere a Trump i sacrifici compiuti dal primo tenente al fine di stroncare le organizzazioni islamiste radicate nel Paese arabo sono stati, a detta della Sanders, i familiari e i commilitoni del condannato, oltre ai senatori repubblicani dell’Oklahoma James Lankford e Jim Inhofe. La portavoce della casa Bianca ha quindi assicurato che a breve il tycoon incontrerà l’ufficiale graziato per elogiarne pubblicamente l’attaccamento alla patria e la dedizione alla causa della lotta al fondamentalismo.

La scelta del Capo dello Stato ha subito generato l’entusiasmo dei vertici parlamentari conservatori, mentre ha profondamente indignato i democratici e le associazioni nazionali per i diritti civili. Ad esempio, il deputato liberal Eliot Engel, a capo della Commissione Affari esteri della Camera dei rappresentanti, ha accusato il magnate newyorchese di “legittimare le pratiche omicide attribuite a Behenna” e di avere deciso una misura suscettibile di incoraggiare i soldati statunitensi sparsi nel mondo a “perpetrare abusi”.

L’ong umanitaria American Civil Liberties Union (Aclu) ha quindi emesso una nota che biasima l’inquilino della Casa Bianca per avere “salvato un

criminale di guerra da una pena giusta e meritata” e che etichetta come “pratiche barbare” le operazioni antiterrorismo condotte in passato in Iraq dal primo tenente originario dell’Oklahoma.

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