La Turchia ora minaccia la Ue: "Via i visti o salta l'accordo sui migranti"

Ankara minaccia Bruxelles: "Via subito i visti". Ma dalle coste turche hanno ripreso le partenze. L'allarme di Grecia e Bulgaria: "Servono misure per ridurre i flussi"

La Turchia ora minaccia la Ue: "Via i visti o salta l'accordo sui migranti"

Se l'Unione europea non eliminerà entro ottobre i visti per i cittadini turchi, Ankara farà saltare l'accordo sui migranti stretto con Bruxelles pochi mesi fa. "Non è una minaccia", ha spiegato il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu che ha fissato l'ultimatum in un'intervista al Frankfurter Allgemeine Zeitung. Il 18 marzo scorso Ue e Turchia avevano stretto un accordo per cercare di far fronte alla crisi migratoria. Intanto dalla Grecia arriva un appello dagli operatori turistici che lamentano un massiccio aumento dell'afflusso di profughi provenienti dalle coste turche nel periodo successivo al fallito golpe. E anche il governo della Bulgaria ha comunicato di aver arrestato più di 100 migranti provenienti da Turchia o Grecia.

Secondo il ministro turco Cavusoglu l'accordo con l'Ue ha funzionato perchè Ankara ha intrapreso " misure molto serie" nel combattere il traffico di persone. "Ma tutto ciò - ha ricordato - è legato alla soppressione dei visti per i cittadini turchi e se non si arriva alla liberalizzazione dei visti saremo costretti a prendere le distanze dall’accordo". Una delle contropartite richieste da Ankara a marzo era proprio l'accelerazione della tabella di marcia per consentire ai cittadini turchi di entrare in Europa senza il visto. L'esenzione nei piani iniziali sarebbe dovuta scattare alla fine di giugno 2016, ma il tutto era vincolato a 72 criteri specifici che Ankara avrebbe dovuto rispettare.

Gli eventi dei mesi successivi hanno evidentemente complicato la situazione. Adesso anche la data di ottobre sembra essere troppo vicina. Cavusoglu non chiude la porta ad ulteriori rinvii ma, aggiunge, "ci aspettiamo l’indicazione di una data precisa".

L'annuncio arriva poche ore dopo l'appello degli operatori del turismo della Grecia che ieri avevano denunciato il massiccio afflusso di profughi dalla Turchia sulle loro isole. "Stiamo assistendo a un flusso costante e, sembrerebbe, in aumento di rifugiati e migranti", hanno scritto gli operaori turistici in una lettera inviata al ministro delle Politiche migratorie greco e al ministro della Difesa. Secondo dati governativi, il numero degli arrivi è aumentato dopo il fallito colpo di stato in Turchia dello scorso 15 luglio. In totale, più di mille rifugiati e migranti sono arrivati da allora nei cinque hotspot del paese.

Il ministero dell'Interno bulgaro in una dichiarazione rilasciata al sito web "Dnevnik" ha reso noto che il numero di migranti in arrivo in Bulgaria è in aumento. Secondo i dati del ministero più di 500 migranti sono stati arrestati negli ultimi sette giorni. Almeno 120 di loro sono stati arrestati mentre cercavano di entrare nel paese dalla Turchia o dalla Grecia. Da gennaio alla fine di giugno più di duemila persone sono state arrestate mentre tentavano di entrare illegalmente in Bulgaria. La maggior parte di loro, ha riferito il ministero, proviene da Iraq e Afghanistan.

I termini dell'accordo tra Ue e Turchia

Gli accordi stretti a marzo tra Unione europea e Turchia prevedono che per ogni rifugiato irregolare rimandato in Turchia uno regolare venga inviato in un paese Ue. Il progetto prevede un limite di 72 mila posti. La Turchia inoltre ha l'impegno di continuare a ospitare il grosso dei migranti, quasi 3 milioni di persone. L'Ue in cambio si è impegnata ad accelerare il pagamento di 3 miliardi di euro per migliorare le condizioni di vita dei quasi tre milioni di rifugiati ospitati da Ankara. Un ulteriore aiuto economico di 3 miliardi è previsto per la fine del 2018.

Inoltre l'Ue si è impegnata ad abolire i visti per i cittadini turchi e ad "aprire nuovi capitoli di negoziati di adesione il più presto possibile", lasciando uno spiraglio aperto all'adesione dello stato turco all'Unione.

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