Ero uno dei tasti dolenti nella relazione tra Germania e Turchia quello dell'incarcerazione di Deniz Yücel, corrispondente del quotidiano Die Welt che il 14 febbraio dello scorso anno si era presentato spontaneamente alla polizia per rendere una testimonianza, e da allora era in carcere.
A più di dodici mesi da quel giorno arriva da Berlino la conferma che il giornalista è ora libero su cauzione, dopo avere appreso oggi formalmente per la prima volta perché ha trascorso un così lungo periodo in carcere: incitamento all'odio e propaganda a favore di organizzazione terroristica. Due capi d'accusa per cui rischia ancora di essere condannato da un minimo di quattro fino a un massimo di diciotto anni di detenzione.
Yucel, che ha doppia cittadinanza tedesca e turca, ha trascorso gli ultimi dodici mesi nel carcere di Silivri, a Istanbul, tristemente noto per essere il luogo dove sono rinchiusi molti di quanti si oppongo al governo turco. Se fino a oggi era stato in cella senza un'accusa specifica, a condannarlo ci aveva già pensato la stampa filo-erdoganiana, che non aveva esitato a definirlo "un sicario del Pkk", come d'altronde anche il presidente turco.
"La strada che porta a Silivri non è lastricata di rose - aveva scritto in una lettera pubblicata da Die Welt nel maggio dello scorso anno Dilek Mayaturk, che ha sposato il giornalista durante la detenzione - Su quella strada puoi provare migliaia di sentimenti all'unisono. Perdi la testa dall'agitazione [...] mentre passi i posti di blocco, le scansioni oculari e i tornelli che devi lasciarti alle spalle per raggiungere la persona che vuoi vedere". "Finalmente, finalmente, finalmente Deniz è libero", ha scritto oggi su Twitter.
#FreeDeniz & #FreeDilek pic.twitter.com/YlWNMYXlBL
— Veysel Ok (@shemmoshemmo) February 16, 2018
"È una bella giornata per tutti noi", ha commentato il ministro degli Esteri tedesco, Sigmar Gabriel, ringraziando la controparte turca per "il suo sostegno nel velocizzare il processo legale" e ricordando di avere visto il presidente Erdogan per due volte per discutere del caso. Ieri il premier Yildirim aveva incontrato la cancelliera Merkel.
Sono più di 100 i giornalisti tuttora in carcere in Turchia. Oggi, poco dopo la notizia della liberazione di Yucel, sei persone sono state condannate all'ergastolo con l'accusa di avere aiutato i responsabili del fallito tentativo di golpe del 2016.
Tra di loro tre nomi importanti come Mehmet Altan, Ahmet Altan e Nazli Ilicak. La Corte costituzionale turca aveva già deciso in precedenza la liberazione di Mehmet Altan, riconoscendo i suoi diritti. Una corte di livello inferiore aveva ribaltato la sentenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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