L’esplosione di oggi a piazza Sultanahmet, nel centro di Istanbul, che ha causato almeno dieci morti - in gran parte turisti tedeschi - e quindici feriti, è solo l’ultima di una serie di gravissimi attentati che hanno macchiato di sangue la Turchia negli ultimi anni.
Il 7 agosto del 1982 l’esplosione di una bomba, seguita da una sparatoria, all’aeroporto di Ankara, provoca la morte di 9 persone e 72 feriti. I due uomini armati, dopo gli spari, tentano di barricarsi nel bar dell’aeroporto e prendendo in ostaggio 20 persone. Un blitz armato della polizia uccide uno degli attentatori e ferisce il secondo. L’attentato è stato rivendicato dall’Armenian Secret Army for the Liberation of Armenia (ASALA), l’Esercito segreto armeno per la liberazione dell'Armenia. Il principale obiettivo del gruppo - attivo dal 1975 al 1986 – era quello di far riconoscere pubblicamente al governo turco la propria responsabilità per la morte di oltre un milione di armeni nel 1915.
Il 6 settembre del 1986 un attentato contro la sinagoga Neve Shalom a Istanbul provoca la morte di 24 persone, compresi i due miliziani. L’attacco è stato rivendicato da gruppi armati palestinesi.
Il 25 dicembre del 1991 nella zone europea di Istanbul, bombe artigianali e molotov vengono lanciate contro un grande magazzino. L’attacco che ha provocato la morte di 17 persone e il ferimento di 23, è stato attribuito ai curdi del PKK.
Il 13 marzo del 1999 un’altra bomba incendiaria provoca l’uccisione di 12 persone che si trovavano in un centro commerciale sempre ad Istanbul. Anche in questo caso l’attentato viene attribuito ai guerriglieri del PKK, che però smentiscono.
Tra il 15 e il 20 novembre del 2003 una serie di attacchi kamikaze si abbatte su Istanbul. Gli attentati, rivendicati da una cellula collegata ad Al Qaeda, uccidono 63 persone, compreso il console generale di Londra.
Il 12 settembre del 2006 a Diyarbakir, nel sud-est del Paese, una bomba esplode vicino ad una fermata dell’autobus. L’esplosione provoca la morte di 10 persone, 7 sono bambini. L’attentato viene attribuito ai gruppi armati curdi, ma il PKK smentisce ogni coinvolgimento.
Il 27 luglio del 2008, 17 persone hanno perso la vita e 140 sono rimaste ferite per una duplice esplosione avvenuta nel quartiere commerciale di Gungoren, alla periferia di Istanbul. La prima bomba è esplosa all’interno di una cabina telefonica. Dopo circa venti minuti, una seconda bomba esplode poco distante. E’ proprio questa che provoca la strage tra la folla radunata sul luogo della prima esplosione. Anche in questo caso le autorità turche indicano i guerriglieri curdi come responsabili.
L’11 febbraio del 2013 un’autobomba colpisce il valico di frontiera di Cilvegozu, nel sud-est del Paese, al confine con la Siria. Lo scoppio uccide 17 persone.
L’11 maggio del 2013, sempre vicino alla frontiera siriana, un doppio attentato uccide 52 persone. Le vittime sono attivisti pro-curdi. L’azione viene attribuita ai terroristi dello Stato Islamico.
Il 10 ottobre del 2015 durante una manifestazione in supporto della
popolazione curda, davanti alla stazione principale di Ankara, un doppio attentato kamikaze provoca la morte di 103 persone e il ferimento di oltre 500. Anche in questo caso l’azione terroristica viene attribuita all’ISIS.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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