Dopo tanti tentativi falliti e rinvii un gruppo di osservatori internazionali è finalmente riuscito a raggiungere la zona dell'Ucraina orientale in cui lo scorso 17 luglio si è schiantato un aereo della Malaysia Airlines abbattuto mentre era in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur. A due settimane dalla tragedia sul posto - è la loro drammatica testimonianza riportata dal ministro degli Esteri australiano Julie Bishop - ci sono ancora resti umani: quelli di circa 80 delle 298 vittime. Eppure ancora oggi non si riesce a fare piena luce sulla verità.
Citando i dati estrapolati dalle scatole nere, recuperate dopo lo schianto del 17 luglio, il portavoce della sicurezza ucraina Andriy Lysenko ha detto che il volo è precipitato a causa di una "forte decompressione esplosiva" dopo essere stato forato più volte dalle schegge provenienti da un missile. Una tesi che sembra far comodo ai governi di Stati Uniti e Ucraina per accusare indirettamente il presidente russo Vladimir Putin del proprio sostegno ai ribelli filo-russi. Le conclusioni di Lysenko, tuttavia, non sono mai state confermate dagli esperti europei che stanno analizzando i dati contenuti nelle scatole nere dell'aereo che sono state portate nel Regno Unito. Secondo il rapporto del pilota tedesco Peter Haisenko, che ha analizzato i fori sulla cabina di pilotaggio, l'MH17 Boeing 777 non sarebbe stato abbattuto da un missile. "La cabina presenta tracce di bombardamenti - spiega - è possibile vedere i fori di ingresso e di uscita. Il bordo di una parte dei fori è piegata verso l'interno". Secondo Haisenko i fori più piccoli mostrerebbero i punti di ingresso di un proiettile calibro 30 millimetri. Non solo. La distruzione è, poi, "limitata alla zona della cabina di pilotaggio", una parte dell'aereo costruita con materiale appositamente rinforzato. Tutto questo spingerebbe il pilota tedesco a escludere l'abbattimento con un missile.
Vale la pena ricordare che le prime dichiarazioni degli osservatori Osce rilasciate giovedì confermano ampiamente le conclusioni di Haisenko. Come riporta il Wall Street Journal, "fori simili a schegge" sarebbero stati trovati "in due parti diverse della fusoliera". Durante il briefing quotidiano Michael Bociurkiw del gruppo Osce ha, infatti, descritto la fusoliera dell'aereo come punteggiata di "fori molto simili a quelli di una mitragliatrice". Non solo A dispetto delle dichiarazioni ufficiali rilasciate dalla Casa Bianca, il team OSCE non ha ancora trovato alcuna prova di un missile sparato da terra. Eppure l'ambasciatore americano alle Nazioni Unite Samantha Power ha puntato il dito contro la Russia dichiarando che l'aereo malese è stato abbattuto da "un missile terra-aria sparato da una posizione separatista". I primi risultati dell'Osce, però, tendono a smontare il teorema che il Boeing sia stato abbattuto daun sistema missilistico Buk. E un'operazione di bombardamento da terra non sarebbe mai riuscito ad abbattere un aereo in viaggio sopra i 30mila piedi.
Il ministero della Difesa russo, che conferma lo studio di Haisenko, ha rilevato un jet ucraino Su-25 nel corridoio di volo del MH17. Lo stesso velivolo militare è confermato anche da un misterioso reportage della Bbc fatto sul luogo dell'incidente il 23 luglio. Tutti i testimoni intervistati dall'emittente inglese avevano, infatti, confermato la presenza di un aereo militare ucraino in volo in prossimità dell'MH17 proprio quando è stato abbattuto. Peccato che il video originale, pubblicato dalla Bbc, è stato rimosso dall'archivio. Ad ogni modo, dopo aver inizialmente detto che l'aereo era stato centrato dal missile, i media hanno corretto il tiro spiegando che il Boeing è stato colpito dalle schegge di un missile esploso a pochi metri che hanno perforato la cabina di pilotaggio causando una perdita di pressione. In una dichirazione piuttosto contraddittoria il portavoce della sicurezza nazionale ucraina Andriy Lysenko aveva, infatti, ammesso che l'aereo della Malaysia Airlines aveva "subito massiccia decompressione esplosiva dopo essere stato colpito da un missile shrapnel".
I segni simili a schegge devono essere distinti dai piccoli fori in entrata e uscita che, secondo Haisenko, è "più probabile" che appartengano a "proiettili di 30 millimetri di calibro" sparato appunto da un aereo militare. Dunque, nessun attacco missilistico come ipotizzato. E anche l'utilizzo di un missile shrapel, che avrebbe causato lacerazioni simili a scheggie, andrebbe a scontrarsi con le dichirazioni dell'Osce che ha appunto denunciato "fori da mitragliatrice". A questo proposito, Haisenko ha fatto notare che il GSH-302 di cui è dotato un jet Su-25 può sparare 3.000 colpi al minuto, il ché spiegherebbe i numerosi fori di entrata e di uscita. "La cabina di guida dell'MH017 è stata colpita su entrambi i lati - spiega Haisenko - i fori di entrata e di uscita sono stati trovati sullo stesso frammento della cabina di guida".
Se lo studio del pilota tedesco dovesse essere confermato le accuse rivolte alla Russia, compreso il pessantissimo regime di sanzioni imposto da Washington, si rivelerebbero una colossale menzogna basata su un'infinità di menzogne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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