Partiamo sempre dallo stesso presupposto: la guerra non ha mai una giustificazione. Non ci sono guerre giuste e guerre sbagliate. Certamente, come nel caso della guerra tra Russia e Ucraina, abbiamo un paese, la Russia, che ha aggredito un altro, l’Ucraina. E così si è scatenata una guerra. Lo sappiamo: quando si è in guerra, i principi molto spesso sono lasciati sulla carta e le azioni più turpi sono compiute, da ambo le parti. L’episodio del ragazzino russo arrestato dagli ucraini e sottoposto a processo lo dimostra chiaramente. O per un motivo o per un altro la guerra porta chi combatte a compiere azioni ingiuste. Tra l’altro, l’Ucraina che vuole entrare in Europa deve essere consapevole che una simile azione non rispetta minimamente i diritti umani e l’Europa, dal canto suo, deve essere consapevole di quanto sta accadendo. Ora, mi chiedo: l’Ucraina, che sicuramente è stata attaccata, vuole o non vuole la pace? Vuole o non vuole che il suo territorio non sia ulteriormente devastato dalle bombe e dai combattimenti stile Seconda Guerra Mondiale? L’Europa, gli Stati Uniti vogliono o non vogliono la pace? Vogliamo ascoltare gli appelli del Papa alla pace? In questo mistero sulle reali volontà di pace a rimetterci sono i giovani ucraini, russi, europei: i primi perché sono costretti a fuggire e vedono che la pace non arriva, i secondi perché non sono rispettati nelle loro libertà fondamentali, gli europei perché vedono il loro futuro quanto mai incerto, tra chi afferma una cosa e chi ne afferma un’altra. I cittadini, i buoni cittadini, si aspettano una classe politica, non mi riferisco solo all’Italia ma a tutti i paesi europei, che abbia il coraggio di non limitarsi a sostenere l’Ucraina (con l’invio di armi) ma abbia il coraggio di sostenere la pace, costi quel che costi, facendo capire alla Russia che ha commesso un grave errore e all’Ucraina che ora è tempo di volere la pace, ma di volerla veramente, rinunciando alla politica del finto eroismo basato su continue rivendicazioni. In questo si vedrà la vera grandezza dell’Europa, intesa come comunità politica di cittadini accomunati, oltre che dalla stessa storia, anche dalla volontà di agire per quello che è il vero bene dell’uomo. Concludo con le parole che Paolo VI pronunciò davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sono parole che si adattano perfettamente all’Europa e alle presenti circostanze: “Non gli uni contro gli altri, non più, non mai! A questo scopo principalmente è sorta l'Organizzazione delle Nazioni Unite; contro la guerra e per la pace ! Ascoltate le chiare parole d'un grande scomparso, di John Kennedy, che quattro anni or sono proclamava: "L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità". Non occorrono molte parole per proclamare questo sommo fine di questa istituzione.
Basta ricordare che il sangue di milioni di uomini e innumerevoli e inaudite sofferenze, inutili stragi e formidabili rovine sanciscono il patto che vi unisce, con un giuramento che deve cambiare la storia futura del mondo: non più la guerra, non più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell'intera umanità!”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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