Ucraina, al via esercitazioni militari congiunte con Usa e Paesi Nato

Dopo l'attentato in cui ha perso la vita il leader separatista Alexander Zakharchenko, l'Ucraina dà il via a nuove esercitazioni militari congiunte con gli Usa nell'ovest del Paese

Ucraina, al via esercitazioni militari congiunte con Usa e Paesi Nato

Si riaccende la tensione in Ucraina. Dopo l’attentato di venerdì scorso in cui ha perso la vita a Donetsk il leader separatista, Alexander Zakharchenko, e per il quale Mosca ha accusato i servizi segreti ucraini, Kiev ha dato il via a nuove esercitazioni militari congiunte con gli Stati Uniti e i Paesi dell’Alleanza Atlantica.

All’addestramento, che prende il nome di “Rapid Trident” e che andrà avanti per due settimane, fino al 15 settembre, a Starychi, nella parte occidentale del Paese, parteciperanno 2.200 militari provenienti da 14 nazioni, accomunati dal sentimento di “solidarietà con l’Ucraina”. Tutti i Paesi partecipanti, infatti, “sono a favore della sicurezza, sovranità e integrità territoriale" di Kiev, ha specificato l'ambasciatrice Usa in Ucraina, Marie Yovanovitch, nella cerimonia di apertura delle operazioni. Sabato scorso era stato l'inviato speciale degli Usa a Kiev, Kurt Volker, a confermare al quotidiano britannico Guardian che Washington sarebbe pronta ad aumentare ulteriormente le forniture militari al Paese dell'Europa orientale. Tra queste sarebbero compresi anche nuovi armamenti letali, come i missili anticarro Javelin consegnati lo scorso aprile.

Intanto, ieri al Teatro dell’Opera di Donetsk quasi 100mila cittadini della Repubblica autoproclamata hanno voluto rendere omaggio al feretro del leader filo-russo rimasto ucciso assieme alla sua guardia del corpo nell’esplosione di un ordigno in un bar del centro della città. Per il Cremlino, che ha definito l’attentato una “provocazione” volta a minare la road map per la pace nel sud-est del Paese, dietro l’omicidio di Alexander Zakharchenko ci sarebbero le autorità di Kiev. Dopo lo stallo degli ultimi mesi, dunque, la situazione potrebbe tornare nuovamente ad inasprirsi.

A confermarlo è proprio il portavoce del presidente russo Putin, Dmitri Peskov, secondo cui la morte violenta del presidente della Repubblica ribelle "aggraverà sicuramente le tensioni nella regione".

Secondo le stime delle Nazioni Unite, dall’aprile del 2014 sono oltre 10mila le vittime del conflitto nelle regioni del Donbass.

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