Alle porte di un nuovo fine settimana di guerra in Ucraina, si profilano altre ore decisive per il conflitto. Continuano i raid, soprattutto nelle zone orientali del Paese. Del resto è qui che si sta combattendo più duramente, con i russi stanziati tra Izyum e l'oblast di Lugansk che provano ad avanzare seppur lentamente.
L'episodio più grave nella notte si è avuto a Derhachi, località prossima alla periferia settentrionale di Kharkiv, seconda città del Paese. Qui un bombardamento ha centrato la locale "Casa della Cultura", un edificio civili adibito a centro culturale in tempo di pace e trasformato in un centro di raccolta di aiuti con lo scoppio della guerra. Vyacheslav Zadorenko, sindaco di Kharkiv, ha definito questo raid come un "atto terroristico" compiuto dai russi. Al momento non sono stati segnalati feriti.
Lo scontro però è anche politico. Se da un lato, a quasi tre mesi dall'inizio della guerra, si è avuto il primo confronto telefonico tra il segretario della Difesa Usa Llyod Austin e il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu, dall'altro gli animi nelle ultime ore si sono fatti ancora più tesi per via del paventato ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. Nelle scorse ore il governo di Helsinki ha annunciato l'intenzione della Russia di tagliare i rifornimenti di gas ed elettricità al Paese scandinavo, le cui autorità però dicono di poter sopperire all'eventuale mancato arrivo di risorse dal territorio russo.
La situazione nel Donbass
Lo spettro principale riguarda in particolar modo la città di Severodonetsk. Per molti la futura Mariupol. Come la città portuale diventata simbolo della guerra, anche Severodonetsk è rivendicata dal 2014 dai filorussi ed è stata ripresa otto anni fa, dopo aspri combattimenti, dall'esercito di Kiev.
Avanzare da queste parti è quindi strategico, così come politicamente rilevante. I russi, dopo il ritiro da Kiev e dal nord dell'Ucraina, hanno indicato nel Donbass il loro obiettivo strategico principale. Da qui le incursioni e i raid in queste aree del Paese. Stesso scenario anche poco più a sud di Izyum, dove le truppe di Mosca anche nelle ultime ore hanno provato ad attraversare alcuni dei fiumi più importanti della regione.
Un obiettivo difficile vista la risposta dell'artiglieria ucraina che nei giorni scorsi ha preso di mira almeno due ponti costruiti dai russi. Segno di combattimenti sempre più importanti nella zona e di una guerra che, per l'appunto, sta entrando nella sua fase più cruciale.
Russi in ritirata da Kharkiv
Dove invece i russi stanno attuando quello che ha l'aspetto di una vera e propria ritirata è nella regione di Kharkiv. La seconda città ucraina, considerata prima del conflitto un obiettivo importante per via di una forte presenza russofona, sembra oramai essere definitivamente rimasta in mano alle forze di Kiev.
I russi hanno provato a prenderla nei primi giorni di guerra, ma sono stati respinti. Poi negli ultimi giorni la controffensiva ucraina ha permesso di far indietreggiare ulteriormente le truppe di Mosca, stanziate poco oltre la periferia di Kharkiv. Nella notte sono arrivate notizie di altri indietreggiamenti verso il confine russo.
La situazione a Mariupol
Tiene banco poi ovviamente la questione relativa a Mariupol. All'interno dell'acciaieria Azovstal ci sono ancora un migliaio di combattenti ucraini, circondati dai russi che hanno oramai in mano la città portuale. Buona parte degli ucraini presenti appartengono al Battaglione Azov e più volte, anche nelle ultime ore, hanno chiesto la possibilità di essere evacuati.
Incerta la strategia russa per l'acciaieria.
Ufficialmente è ancora in vigore l'ordine del presidente russo Vladimir Putin di non combattere nell'area per evitare altro spargimento di sangue tra i propri soldati. Ma più volte sono stati riportati notizie e video di combattimenti e di screzi tra le parti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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