Casco protettivo in testa. La luce di una torcia ad illuminare il viso. La telecamera del cellulare molto attaccata al corpo per riprendere solo il minimo indispensabile. Alex Lubetsky si presenta così alle telecamere di Quarta Repubblica su Rete4. C'è un motivo: Alex è un soldato ucraino impegnato al fronte contro la Russia, non può rivelare la sua posizione per motivi di sicurezza né mostrare dettagli che possano fornire un vantaggio militare a Mosca.
Kiev riconquista terreno
Accento ucraino misto al bolognese, impiegato nel settore del turismo, Alex ha vissuto in Italia ed è tornato in Patria perché "era la cosa giusta da fare". Difendere la propria terra. Dopo un mese di combattimenti e di lenta avanzata russa, da un paio di giorni Kiev rivendica di aver cominciato una contro offensiva. "Mezz'ora fa il comandante supremo ucraino ci ha comunicato che domani mattina ci sposteremo sui territori liberati per prenderne il controllo", spiega il soldato. Irpin - alle porte di Kiev - sarebbe di nuovo in mano a Zelensky, due battaglioni russi si sarebbero ritirati in Bielorussia e le forze del Cremlino starebbero concentrando la propria attenzione sul Sud Est del Paese.
Le armi dall'Italia
La differenza potrebbero averla fatta gli armamenti a disposizione dell'Ucraina. I droni di fabbricazione turca, ovviamente ("sono il simbolo di questa guerra", dice Alex). Ma anche i mezzi in arrivo dalla Nato. Missili anti carro, contraerea, armi leggere: "Abbiamo ricevuto bazooka e razzi Javelin dalla Gran Bretagna - spiega il soldato - E come arma personale utilizziamo il Kalashnikov". Anche l'Italia ha votato l'invio di armamenti letali alla resistenza ucraina, nonostante i mal di pancia di Movimento Cinque Stelle e Lega. Sono arrivati i nostri mortai? "Non posso né confermare né smentire - dice Alex a Nicola Porro - Ma io in questo momento sto indossando un giubbotto antiproiettile made in Italy".
La no fly zone e le armi della Nato
Zelensky intanto continua a chiedere la No Fly Zone e l'invio di caccia militari. Richieste per ora disattese, ma forse basterebbero anche soltanto le "tecnologie avanzate dell'Occidente" per cambiare l'esito del conflitto. "Per ora noi e gli invasori abbiamo armi simili - dice Alex - tutte eredità dell'Unione Sovietica. I russi sono numerosi ma anche inesperti. Noi della difesa territoriale ucraina, che non siamo professionisti veri e propri, siamo più preparati ed equipaggiati dell'esercito regolare russo". Basterebbe poco, assicura Alex, per fare la differenza.
Soprattutto adesso che i militari di Mosca sembrano demoralizzati e quelli ucraini rinvigoriti dalle reconquiste. "Non puoi scappare da casa tua e abbandonare la famiglia - conclude - Qui combattiamo per i valori che uniscono ucraini, italiani ed europei: il rispetto della vita umana e della democrazia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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