Ue, Juncker va all'attacco: "Combattiamo il populismo finché siamo in tempo"

Il presidente della commissione Ue: "L'Europa si deve difendere dal populismo". Poi torna a parlare della Germania nazista

Ue, Juncker va all'attacco: "Combattiamo il populismo finché siamo in tempo"

Jean-Claude Juncker torna alla carica. "Gli europei - è l'appello che lancia oggi da Vienna - devono difendersi con decisione dall'ascesa di nazionalisti e populisti nel Vecchio Continente". Il presidente della Commissione europea chiama a una "mobilitazione" generale per fermare l'avanzata dell'estrema destra: "Dobbiamo alzarci, quando si fa avanti senza ostacoli il pericolo da destra". Ma la strada, asuo dire, non è quella degli Stati Uniti d'Europa sul modello degli Stati Uniti d'America: "L'Unione europea potrà avere successo solo se non si rivolgerà contro le nazioni", chiosa ribandendo che tra una cinquantina d'anni "la competizione avverrà tra le regioni, non tra le nazioni".

"Se uno stupido populismo e un ottuso nazionalismo avviano la loro marcia verso il futuro, bisogna fermarlo, e bisogna farlo quando c'è ancora il tempo per farlo". Alla cerimonia dei cent'anni della Repubblica austriaca, Juncker ha fatto un luno discorso a favore dell'Unione europea: "Ora che viviamo in pace dovremmo ricordarci che la democrazia, nel suo senso più nobile, ha bisogno anche che lotta, di impegno. È arrivata l'ora in cui le cose vanno risistemate. Ci sono appuntamenti storici mondiali che si possono anche mancare se non si fa niente, e anche se si pensa che si ha già tutto". Poi ha voluto ripercorrere i "capitoli bui" della storia del Vecchio Continente: la Grande guerra, il secondo conflitto mondiale, e in mezzo, per quel che riguarda la storia dell'Austria, "l'Anschluss", ossia l'annessione da parte della Germania nazista nel 1938, "che fu accolta con entusiasmo". "E non si deve dimenticare - ha, infine, spiegato - che la storia non si ripete, ma a coloro che la storia non la conoscono manca la forza di pensare al futuro e di gestire il futuro".

Subito dopo aver parlato del "pericolo della destra" nel suo discorso a Vienna per la cerimonia dei cent'anni della Repubblica austriaca, Juncker ha fatto un mezzo passo indietro per correggere il tiro: "Io non insulto nessuno, e men che mai gli euroscettici...".

"Anzi - ha aggiunto il presidente della Commissione europea - per gli euroscettici ho molta comprensione, ci sono molte persone che non sono contro l'Europa ma che hanno molte domande giustificate da porre, e con queste persone bisogna discutere e dibattere, scambiare argomenti: non bisogna fare finta che queste critiche non esistano".

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