Una galleria d’arte londinese è stata in questi giorni bersagliata da feroci accuse di islamofobia lanciate dalla comunità musulmana britannica.
L’ente culturale finito al centro delle polemiche è la Saatchi Gallery, situata nell’elegante quartiere di Chelsea, nel settore occidentale della metropoli. A causare lo sdegno dei vertici musulmani del Regno Unito è stata l’inaugurazione, da parte dell’istituzione in questione, di una mostra intitolata Rainbow Scenes, dedicata alle opere di un artista contemporaneo noto con lo pseudonimo di Sku.
Le installazioni esposte nell’ambito di tale iniziativa, dirette, a detta dei curatori della mostra, a raffigurare la coesistenza nel mondo di oggi dell’estremismo islamico e del risorto nazionalismo americano, sono state immediatamente bollate dalle autorità maomettane inglesi come"blasfeme" e“offensive” verso la morale coranica. Ad esempio, su alcuni dipinti di Sku erano raffigurate donne nude contornate da versetti in arabo del testo sacro dell’islam, mentre su altri campeggiavano bandiere Usa contenenti, al loro interno, il testo della shahada, la professione di fede dei musulmani.
Le opere al centro di Rainbow Scenes, ha accusato il British Muslim Forum, avrebbero costituito un “incitamento all’islamofobia”, in quanto si fonderebbero su una “scarsa sensibilità” nei riguardi dei precetti coranici e incoraggerebbero la popolazione a offendere i capisaldi e i simboli del credo maomettano. Di conseguenza, i leader di tale comunità religiosa hanno preteso con sempre più vigore la rimozione delle opere di Sku dalla Saatchi Gallery e l’interruzione della controversa mostra.
Sull’onda delle proteste dei leader religiosi, l’istituzione culturale ha alla fine provveduto a coprire con dei teli e quindi a rimuovere dalle proprie sale le installazioni incriminate. Tramite un comunicato diffuso in questi giorni, la direzione della galleria d’arte ha espresso le sue scuse all’indirizzo dei musulmani britannici, precisando di avere disposto la cessazione di Rainbow Scenes in accordo con l’artista Sku. Tale provvedimento dei vertici della Saatchi Gallery ha però innescato nuove polemiche, stavolta di tutt’altro tenore.
Diversi esponenti tory nazionalisti e pro-Brexit hanno infatti biasimato l’ente per avere “censurato la libertà d’espressione”.
Ad esempio, il deputato conservatore Steve Baker ha bollato come un “atto di codardia e di sottomissione all’islam” l’interruzione della mostra Rainbow Scenes e ha quindi accusato i vertici del British Muslim Forum di volere imporre alla società britannica una “visione oscurantista dell’arte e della cultura”, vigente, a suo dire, in gran parte delle nazioni musulmane.
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