Nel Regno Unito si è appena abbattuta una bufera mediatica sull’antica università di Oxford, in quanto un suo docente avrebbe venduto a una società americana dei “frammenti della Bibbia”.
Dirk Obbink, professore di Antichità classiche presso la gloriosa istituzione educativa britannica, è stato infatti, riporta la Bbc, accusato da un’ong attiva nel campo dell’egittologia, Egypt Exploration Society (Ees), di avere sottratto alla biblioteca Sackler dell’università ben 11 frammenti, di contenuto evangelico, dei “papiri di Ossirinco”, rinvenuti in tale località egiziana alla fine dell’Ottocento. Obbink avrebbe quindi venduto i manufatti storici al gruppo statunitense Hobby Lobby Stores, attivo nel commercio di opere d’arte. Quegli 11 frammenti, scritti in greco, sarebbero poi stati ceduti al Museum of the Bible di Washington D.C.
Sarebbe stato proprio quest’ultimo, spiega l’emittente britannica, a comunicare recentemente all’Ees che i pezzetti di papiro in suo possesso, appartenenti in realtà alla biblioteca Sackler, sarebbero stati oggetto di una transazione avvenuta nel 2010 tra il professor Obbink e la società Hobby Lobby Stores. Il museo americano ha poi precisato che quest’ultima avrebbe acquistato in totale “buona fede” i reperti storici messi a disposizione dall’accademico di Oxford, assicurando contestualmente di essere pronto a rispedire nel Regno Unito gli 11 frammenti di papiro trafugati.
Obbink, accusa sempre l’Ees, non avrebbe però sottratto alle collezioni dell’università soltanto quei pezzetti, ma avrebbe venduto a Hobby Lobby Stores anche “quattro testi” appartenenti alla medesima istituzione educativa. Tale ulteriore transazione sarebbe stata siglata nel 2013 e sarebbe venuta alla luce grazie alle denunce avanzate dal docente di un ateneo australiano.
Finora, Hobby Lobby Stores non ha rilasciato commenti circa il mercato di manufatti provenienti da Oxford, mentre il glorioso ateneo ha per il momento mantenuto al suo posto il professore oggetto dello scandalo.
Un portavoce della medesima università ha in seguito dichiarato alla Bbc: “Confermo che è in corso un’attenta analisi, in collaborazione con l’Egypt Exploration Society, in merito alle accuse relative alla vendita di alcuni frammenti dei papiri di Ossirinco. L’ateneo sta conducendo un’indagine interna per cercare di stabilire la verità dei fatti”.
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