Il parlamento ungherese a grande maggioranza ha approvato la reintroduzione della detenzione per tutti i migranti che arrivano nel Paese. La misura, già in vigore alcuni anni fa, era stata accantonata nel 2013 dopo le insistenti pressioni dell’Unione europea e dell’alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).
La legge sulla detenzione dei migranti è stata approvata con 138 voti a favore, 6 contrari e 22 astenuti. Ecco cosa prevede la norma: i migranti vengono collocati in "zone di transito" alle frontiere con la Serbia e la Croazia, dove saranno detenuti in attesa dell’esame della loro domanda di asilo.
L'iniziativa era stata già annunciata nelle settimane scorse dal premier Viktor Orban "in risposta ai recenti attacchi terroristici in Europa compiuti dai migranti". Lo scorso gennaio Orban aveva dichiarato: "Andremo contro le norme internazionali precedentemente accettate, ma dobbiamo difenderci dalla minaccia islamista".
L'Onu: "Viola diritto internazionale"
L'Onu denuncia che la nuova norma "viola gli impegni dell'Ungheria nel rispetto del diritto internazionale e le norme dell'Unione europea". Lo ha dichiarato la portavoce dell'Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), Cécile Pouilly, ribadendo che questa misura "avrà terribili effetti psicologici e fisici su donne, bambini e uomini che già fuggono da grandi sofferenze".
La nuova barriera fisica
Alcuni giorni fa l’Ungheria ha dato il via alla costruzione di una seconda barriera lungo il confine con la Serbia: una "protezione" con telecamere per la visione notturna e sensori di calore e movimento.
La barriera, alta 3 metri, andrà a rafforzare quella già esistente costruita in gran fretta durante la crisi dell’estate 2015 lungo la frontiera con la Serbia, quando circa 400mila persone riuscirono a passare. I lavori saranno terminati prima dell’inizio dell’estate, il periodo in cui i tentativi di ingresso nel Paese sono ai massimi livelli.
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