2.802 in tutta Italia nei primi otto mesi, quando 2.433 erano già a fine dicembre. Sono 369 le unioni civili che si sono aggiunte al computo totale tra gennaio e fine marzo, in quello che Repubblica definisce senza mezzi termini un "flop" atteso, che ha fatto seguito a una battaglia estremamente dura.
I decreti legislativi non hanno inciso particolarmente sui numeri, sottolinea il quotidiano, nonostante fossero stati pensati proprio per mettere le unioni civili a regime e mettendo in luce anche una spaccatura tra Nord, Centro e Sud, dove tra persone dello stesso sesso "ci si sposa pochissimo".
In cima alla classifica c'è invece Milano dove le unioni sono state 354, seguita dalle 331 di Roma e dalle 174 di Torino, con poi Firenza al quarto posto, con 123 casi. E se si considerano le regioni è sempre la Lombardia quella più in vista, con 669 unioni contro le 376 del Lazio e le 293 della Toscana.
Di tutto, tranne che di un flop, parla Flavio Romani, presidente nazionale dell'Arcigay.
"Quante coppie sono? Quasi tremila? Questo vuol dire che semila persone omosessuali, in otto mesi, hanno raggiunto felicità e stabilità, e conquistato un diritto che aspettavano da decenni. Forse il numero delle unioni civili non è così alto quanto ci aspettavamo, ma dal nostro punto di vista è comunque un successo".
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