Usa, iniziati i raid anti migranti voluti da Trump

Sono iniziati i raid anti-migranti voluti dal Presidente Donald Trump. Nel mirino, spiegano i funzionari dell'immigrazione, circa 2000 immigrati irregolari privi di documenti e con ordine di espulsione da parte dei tribunali.

Usa, iniziati i raid anti migranti voluti da Trump

Sarebbero già in corso in alcune grandi città degli Stati Uniti i raid contro gli immigrati clandestini voluti dal presidente Donald Trump. Diversi media nordamericani citano funzionari dell'Immigrazione che avrebbero il compito di ricercare almeno duemila persone che non hanno lasciato il Paese malgrado l'ordine di espulsione. Le città citate sono New York, San Francisco, Los Angeles, Chicago. Anche New Orleans era sulla lista, ma le operazioni sono state sospese per via dell'uragano Barry che ha colpito la Louisiana. Annunciati a giugno, nel mirino della Immigrations and Customs Enforcement (Ice) ci sarebbero circa duemila immigrati senza documenti.

Ken Cuccinelli, direttore pro-tempore dell'agenzia, ha spiegato alla Cnn che non sono solo "privi di documenti, ma hanno un ordine del tribunale - ordine federale - che dice che hanno ottenuto un giusto processo e che devono essere espulsi. L'Ice attinge da quella lista". Si tratterebbe, in particolare, di criminali che hanno ricevuto un ordine di esplusione da parte dei tribunali. "L'Ice - ha spiegato Cuccinelli - non commenterà i dettagli operativi dei raid" aggiungendo che "la priorità sarà quella di arrestare criminali violenti e recidivi". Gli agenti dell'Ice, inoltre, "non stanno arrestando le persone con l'accusa di attraversamento illegale del confine" ha sottolineato.

Cuccinelli ha poi affermato che ci sono anche famiglie tra il milione di persone che devono affrontare l'ordine di espulsione. Come riporta la Cnn, le notizie dei raid hanno allarmato molti immigranti privi di documenti. Alcuni stanno acendo scorta di generi alimentari mentre altri stanno rimanendo nelle loro case con le luci spente e le persiane abbassate. Altri ancora rimangono a casa dal lavoro. A New York, lo staff del sindaco Bill de Blasio si schiera a favore dei migranti irregolari: "Di fronte alle incursioni senza cuore restiamo fermi nel nostro impegno a sostenere e difendere le comunità di immigrati", ha dichiarato Bitta Mostofi, commissario dell'Ufficio del sindaco.

A giugno, l’offensiva anti-migranti desiderata dal Presidente Donald Trump è slitatta dopo la richiesta dei dem. Il ritardo aveva l'obiettivo di far sì che “democratici e repubblicani si possano incontrare e lavorare ad una soluzione per i problemi del confine meridionale”. Questo è quanto aveva riportato il 22 giugno su Twitter il presidente degli Stati Uniti precisando, però, che in caso di mancato accordo, le deportazioni sarebbero iniziate. A febbraio, l'Ice ha inviato circa 2.000 lettere a famiglie che avevano già ricevuto ordini definitivi di espulsioni da parte di giudici, chiedendo loro di presentarsi autonomamente agli uffici dell'Ice entro marzo.

Nel frattempo, il Presidente Donald Trump ha preso di mira un gruppo di deputate democratiche tra le più attive e radicali del partito, invitandole a tornare "da dove sono venute" e fomentando uno scontro molto duro. Anche senza essere esplicitamente nominate nel tweet, nel mirino dell'inquilino della Casa Bianca sono finite Alexandria Ocasio-Cortez, nata a New York da genitori portoricani, l'afro-americana Ayanna Pressley, Rashida Tlaib, figlia di immigrati palestinesi, e Ilhan Omar, l'unica nata fuori dai confini Usa, in Somalia, ed emigrata successivamente in Minnesota. "E' così interessante vedere deputate democratiche 'progressistè, che sono originariamente venute da Paesi in cui i governi sono una completa e totale catastrofe, i peggiori, più corrotti e inetti al mondo (quando non hanno proprio un governo), adesso dire ad alta voce al popolo degli Stati Uniti, la nazione più grande e potente sulla Terra, come il nostro governo deve essere gestito", ha scritto Trump su Twitter.

"Perchè non se ne tornano indietro e aiutano a sistemare i posti totalmente guasti e infestati dal crimine dai quali provengono?; poi potranno tornare e mostrarci come hanno fatto", ha aggiunto, ironizzando sul fatto che Nancy Pelosi, speaker democratica alla Camera, osteggiata dalle quattro deputate, "sarebbe molto contenta di organizzarvi velocemente e

gratuitamente il viaggio". Immediata la reazione di Tlaib, che ha invocato l'impeachment per Trump, mentre Bernie Sanders, leader della sinistra radicale del partito, ha nuovamente definito "razzista" il presidente.

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