Gli Usa testano la nuova bomba nucleare che giungerà in Italia

Le basi italiane di Ghedi ed Aviano dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe nucleari B61. Saranno le prime ad essere sostituite con le nuove B61-12

Gli Usa testano la nuova bomba nucleare che giungerà in Italia

Il Pentagono ha effettuato il secondo test di volo con la nuova versione della bomba nucleare tattica guidata B-61. E’ quanto si legge in una nota congiunta a firma del DOE / NNSA, Department of Energy’s National Nuclear Security Administration e dell’Air Force. Il test di volo si è svolto lo scorso 8 agosto nel Tonopah Test Range, Nevada. Le B61-12 inermi sono state sganciate da un F-15E proveniente dalla base aerea di Nellis: l’obiettivo era valutare il design, le prestazioni non nucleari del sistema d’arma e le capacità di integrazione con il velivolo. Il test di volo supervisionato dall'Air Force Nuclear Weapons Center comprendeva hardware progettato dal Sandia and Los Alamos National Laboratories, prodotto dal Nuclear Security Enterprise ed accoppiato con il kit di coda della Boeing. L’Air Force continuerà a testare fino alla fine del 2019 la bomba B-61-12 (la revisione del progetto finale dovrà concludersi nel 2018), prima di avviare la produzione di serie. Il primo lotto, quasi certamente destinato all’Europa dove sono presenti le versioni più obsolete della bomba B61, dovrà essere consegnato entro il marzo del 2020. L’intera produzione B61-12 si completerà nel 2025 e coinciderà con il ritiro dal servizio del sistema d’arma all’idrogeno B83 con resa massima di 1,2 megatoni. Le B61-12 LEP (life extension program) resteranno in servizio fino al 2050. La prima versione della bomba nucleare tattica entrò in servizio nel 1968 e da allora rimane uno dei pilastri principali dell'arsenale nucleare statunitense. La letalità della B61-12 è determinata dalla sua precisione, l’aspetto più rilevante nella deterrenza nucleare (stesso principio adottato sulle testate da 100 Kt 76-1 / Mk4A con spoletta programmabile, linea leggera di attacco Trident II). Da rilevare, infine, che la modernizzazione delle armi nucleari tattiche è un processo di routine, poiché ogni sistema d’arma ha una durata prestabilita. Non vi è alcun accordo internazionale tra Mosca e Washington sull’aspetto qualitativo e quantitativo delle testate nucleari tattiche. Il trattato START, attualmente in vigore, si rivolge specificatamente alle testate strategiche ed ai loro lanciatori.

La bomba nucleare tattica guidata B61-12

Sono asset a rendimento variabile con diversi protocolli di autenticazione e sicurezza come il Permissive Action Links. La B61-12 rappresenta un unicum nel panorama delle armi tattiche. Con una precisione (CEP) di 30 metri dall’obiettivo richiede solo una testata da 50 kilotoni (una potenza più accettabile e con minori effetti collaterali). Il rendimento detonante di una testata da 50 kilotoni, in un raggio di 30-68 metri, è assolutamente necessario per polverizzare ogni tipo di bunker fortificato. Ogni bomba all'idrogeno ha una potenza regolabile: da un massimo equivalente di 50.000 tonnellate di TNT ad un minimo di 300. La resa esplosiva della bomba può essere ridotta elettronicamente attraverso un sistema di calibrazione. L’impiego sul campo di battaglia, quindi, potrebbe essere personalizzato a seconda dell’effetto desiderato e dell’obiettivo. Pur non essendo tecnicamente una nuova arma, l’aggiornamento del Pentagono trasforma l’attuale inventario nucleare a caduta libera in sistema d’arma a guida di precisione.

Le B61 in Europa

Le sei basi della Nato (Belgio (Kleine Brogel AB), Germania (Buchel AB), Italia (Aviano e Ghedi AB), Paesi Bassi (Volkel AB), e Turchia (Incirlik AB) ospitano circa 180 bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10. Le basi italiane di Ghedi ed Aviano dovrebbero ospitare complessivamente dalle 30 alle 50 bombe nucleari B61. Le 180 testate B61 all'idrogeno, secondo il concetto politico della condivisione nucleare, saranno tutte riconvertite alla versione Mod-12, pena il deterioramento delle testate più obsolete (quelle cioè dislocate in Europa) per un totale di 500 testate Mod-3, 4, 7 e 10 da riconvertire. Il concetto Dial-a-yield è puramente teorico e si basa sulla facilità di impiego a causa delle resa esplosiva relativamente piccola. Le B61-12 dovrebbero rappresentare un deterrente nucleare ritenuto in grado di dissuadere anche gli stessi alleati dallo sviluppare armi nucleari fatte in casa. Gli americani prevedono l’integrazione della B61-12 anche sulle portaerei, rispolverando il concetto della doppia capacità sugli F-35C. In Europa, la B61-12 potrà essere trasportata esclusivamente dagli F-35A.

La garanzia politica

Le B61, più che una forza di reazione rapida (non sarebbero sufficientemente potenti per decapitare la linea di comando nemica, mentre il concetto scalare è prettamente letterale) dovrebbero rappresentare un deterrente strategico ritenuto in grado di dissuadere anche gli stessi alleati dallo sviluppare armi nucleari fatte in casa. Vanno quindi intese come una garanzia politica degli Stati Uniti, che ne detengono la proprietà e la discrezionalità, a protezione dell’Europa. L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord è stata concepita per supportare logisticamente la presenza in Europa degli Stati Uniti. Parliamo di una strategia che proviene direttamente dalla guerra fredda. La responsabilità condivisa per le armi nucleari si basa sulla solidarietà degli alleati della Nato e l’unità di intenti a protezione dell’integrità territoriale.

I protocolli di sicurezza

Il Permissive Action Links Un è un dispositivo elettronico che attiva l’arma nucleare soltanto dopo l’immissione dei codici corretti. Il two-person concept impedisce l’uso accidentale di armi nucleari. Sono necessari due diversi codici inseriti in sequenza o contemporaneamente, periodicamente aggiornati dal National Military Command Center, per armare qualsiasi tipo di arma nucleare statunitense. Così come avviene per i bancomat di uso comune, è consentito solo un certo numero di immissioni dei codici prima del necessario ripristino negli Stati Uniti. Soltanto dopo l’abilitazione PAL il sistema d’arma è considerato armato. Per esplodere l’arma nucleare dovrà rispondere allo specifico segnale univoco generato ed ai parametri ambientali. Se non rilevati nella giusta sequenza e secondo i parametri previsti, l’arma nucleare non esploderà. Tutti gli asset nucleari stoccati sono equipaggiati con meccanismi non esplosivi che disabilitano permanentemente il sistema d’arma in presenza di manomissione o percezione di quest’ultima (forzatura sui codici) e possono essere disabilitati dal National Military Command Center.

La decisione sulle armi strategiche della Nato intesa come forza nucleare a guida Usa, deve essere condivisa da tutti gli Stati membri. La deterrenza, basata su un adeguato mix di armi nucleari, convenzionali e capacità di difesa missilistica, rimane elemento centrale della strategia della Nato.

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