Gli Usa vogliono il vaccino per il virus Marburg, variante letale dell'Ebola

Il governo degli Stati Uniti ha stanziato 10 milioni di dollari per lo sviluppo di un vaccino contro il virus Marburg, variante dell'Ebola molto più violenta e ad elevata mortalità

Gli Usa vogliono il vaccino per il virus Marburg, variante letale dell'Ebola

Nel timore di un suo potenziale utilizzo come arma batteriologica, il governo degli Stati Uniti ha appena stanziato 10 milioni di dollari in un progetto di ricerca volto alla creazione di un vaccino contro il virus Marburg, variante meno nota ma estremamente più letale del virus Ebola. Ad annunciare la notizia è stata una nota ufficiale delle autorità statunitensi, che ha spiegato come l'Autorità per la ricerca e lo sviluppo biomedico avanzato (Barda) abbia firmato un contratto biennale con la Public Health Vaccines, società di biotecnologie del Massachusetts, per lo sviluppo del vaccino, partendo da alcuni medicinali sperimentati con successo dal governo canadese, già promotore delle ricerche in merito al vaccino contro l'Ebola. Nella nota si fa inoltre riferimento ai possibili sviluppi fituri del progetto: "Se queste sperimentazioni iniziali dovessero avere esito positivo, la Barda avrà la possibilità di fornire ulteriori finanziamenti fino ad un massimo di 72 milioni di dollari, al fine di portare avanti lo sviluppo del vaccino contro il virus Marburg attraverso uno studio clinico di Fase 2 ed iniziare così contestualmente anche lo sviluppo di un vaccino contro il ceppo sudanese del virus Ebola, strettamente correlato al Marburg".

Elencato dall'America's Centres for Disease Control come potenziale agente bioterroristico Categoria A, al pari di microrganismi patogeni come il vaiolo, la peste e l'antrace, il virus Marburg viene comunemente considerato uno dei virus con la più alta mortalità al mondo, dovuta alla violenta febbre emorragica di cui esso è responsabile. Scoperto nel 1967 in un laboratorio della cittadina tedesca di Marburg, dove scatenò un'epidemia tra le scimmie ugandesi li custodite per essere usate come cavie, il Marburg presenta una sintomatologia sostanzialmente simile al suo cugino Ebola, contraddistinta - dopo un periodo di incubazione che va dai 10 ai 20 giorni - da febbre alta, vomito, diarrea e cefalea, alle quali dopo la prima settimana di manifestazione si aggiungono emorragie, edemi facciali e alterazioni psichiche. Il decesso, che avviene nell'88 per cento dei casi, è solitamente causato dal collasso generale degli organi interni dopo le ripetute emorragie. La più grave epidemia scatenata dal Marburg avvenne nella città angolana di Uìge tra il 2004 e il 2005, dove in pochi mesi si registrarono 329 morti. Tra questi anche la pediatra italiana Maria Bonino, all'epoca volontaria dell'Ong Medici con l'Africa Cuamm.

Negli ultimi anni, uno studio dell'Istituto Francese di Ricerca per lo Sviluppo è riuscito ad indentificare la specie di pipistrello Rousettus aegyptiacus come portatore sano della malattia, la quale attualmente viene considerata endemica di molte zone centrali continente africano.

Proprio il contatto con i pipistrelli potrebbe aver accelerato il propagarsi del virus nelle scimmie e successivamente negli esseri umani. La trasmissione del Marburg avviene tramite l'esposizione diretta ai fluidi corporei infetti come sangue, feci, urina, saliva e secrezioni respiratorie.

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