Velocista costretta a gareggiare contro i trans: censurata la sua denuncia

La struttura fisica dei trans è di matrice maschile. Le atlete femmine non riescono più a vincere. L'ira di Chelsea Mitchell che lo Usa Today ha censurato

Alanna Smith,Selina Soule e Chelsea Mitchell
Alanna Smith,Selina Soule e Chelsea Mitchell

Il caso degli atleti transgender nelle competizioni ufficiali è piuttosto controverso. Sono diverse le atlete che hanno denunciato pubblicamente l'impossibilità di gareggare alla pari quando, nelle competizioni femminili, partecipano anche atlete transgender la cui struttura fisica è, per ovvi motivi, di matrice maschile. L'ultima è stata Chelsea Mitchell, la più veloce atleta del Connecticut. Tuttavia, il suo intervento pubblico su una tribuna dello Usa Today ha ricevuto non poche critiche, fino alla definitiva modifica apportata dalla redazione per "allineare il linguaggio" della ragazza a quello utilizzato normalmente dalla redazione. Con tanto di scuse se qualcuno possa essersi sentirsi offeso dalla parola "maschio" utilizzata dalla Mitchell al posto di "trans".

Chelsea Mitchell è una promessa dell'atletica americana. I suoi tempi sono sempre stati ottimi e ha segnato numerosi record nel suo Stato. Vinceva, con merito, tutte le gare finché nelle sue competizioni non hanno iniziato a gareggiare due atlete transessuali, che identificandosi come donne in base ai nuovi regolamenti possono partecipare alle gare femminili. Gareggiano e vincono le competizioni statali e scolastiche, oscurando le colleghe. "Quando ero stata costretta a correre con atlete dal corpo maschile…", ha scritto Chelsea Mitchell nell'occhiello del suo articolo. Poco dopo, la redazione di Usa Today è intervenuta per modificare, senza informare l'autrice, l'occhiello e tutte le altre parti dell'articolo che riportavano le parole "maschio" o "maschile".

"Nota dell’editore: questa colonna è stata aggiornata per riflettere gli standard e le linee guida di stile di Usa Today. Ci dispiace che sia stato usato un linguaggio offensivo", si legge ora nella tribuna. Eppure, Chelsea Mitchell aveva solo raccontato la sua esperienza personale di atleta, raccontando che "i corridori maschi hanno enormi vantaggi fisici". E lo dimostrano i fatti. Da quando le due atlete transgender hanno iniziato a partecipare alle gare femminili, Chelsea Mitchell (e di conseguenza tutte le altre) sono state scansate dai due gradini più alti del podio. "Ogni volta che scendiamo in pista conosciamo il risultato prima ancora che inizi la gara. Un’ingiustizia biologica non scompare grazie a ciò che qualcuno crede sull’identità di genere", ha detto Alanna Smith, una delle ragazze che insieme a Chelsea Mitchell sono in causa contro la politica del Connecticut.

Non si tratta solo di mettersi medaglie al collo. Negli Stati Uniti i meriti sportivi corrispondono a importanti vantaggi economici, come le borse di studio, ma anche opportunità scolastiche. "quando i college hanno esaminato il mio record, non hanno visto la ragazza più veloce del Connecticut. Hanno visto un secondo o terzo classificato", ha dichiarato la Mitchell. Su questo caso in Italia si è espressa anche Giorgia Meloni: "Chelsea Mitchell era la ragazza più veloce del Connecticut. Finché, come molte altre atlete, è stata costretta a gareggiare contro due velocisti 'fisicamente avvantaggiati', perché nati biologicamente uomini. Con struttura fisica e muscoli in grado di sovrastare qualsiasi donna".

Il leader di Fratelli d'Italia, quindi, ha proseguito: "A causa di questa concorrenza sleale Chelsea ha perso quattro titoli del campionato statale femminile, due premi del New England e numerosi altri posti sul podio. Ha provato a protestare ma è stata addirittura censurata. Ma come si fa a non accorgersi di questo assurdo sopruso nei confronti delle donne? Possibile che nessuno dica nulla?".

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