Mitragliatrici pesanti, razzi, lanciagranate, sistemi antiaerei disponibili a buon mercato su Facebook. Lo Small Arms Survey, che monitora la vendite delle armi nel globo, ha appena pubblicato un progetto di ricerca indipendente. Secondo i ricercatori, fin del 2013 è possibile acquistare con relativa facilità, grazie a specifici gruppi su Facebook, quasi ogni tipo di arma proveniente dall’arsenale di Gheddafi, stimato in 30 miliardi di dollari.
“Il commercio delle armi sotto il regime di Gheddafi era strettamente regolamentato. Dopo la sua morte, nel 2011, le armi del dittatore acquistate in 40 anni di regno sono finite sul mercato ideale, internet”.
La connessione internet in Libia è inferiore ad 1,0 Mbp, ma ciò non ha impedito il diffondersi di numerosi gruppi dediti alla vendita delle armi. Da un mercato interno praticamente inesistente, la rivoluzione e le sue conseguenze hanno aperto la strada ad un vasto commercio illecito di armi.
“Funziona così: i venditori pubblicano le foto degli articoli. L’acquirente, se interessato, inizia la trattativa in privato”.
Il gruppo Libyan Firearms Market, oggi sospeso da Facebook, è riuscito a vendere armi per centinaia di migliaia di dollari.
“Le mitragliatrici pesanti partono da una media di 8,125 dinari libici (5,900 dollari). I lanciarazzi sono messi sul mercato nero ad un prezzo di partenza di novemila dinari lici. Il sistema anti-aereo ZPU-2 di fabbricazione russa è stato venduto per 85 mila dinari libici pari a 62 mila dollari”.
L’articolo più richiesto è il fucile della famiglia Kalashinov (Ak-47, AKM, AK-103) con un prezzo di partenza di 7500 dinari libici. Figurano anche i sistemi con testata termo-barica di provenienza cinese WPF89-2 e almeno cinque diversi missili anti-carro. Allarmante la disponibilità dei missili terra-aria Strela-2 identificati in due diversi lotti (serie 9P58 con produzione identificata nel 1981) e venduti ad un prezzo che variava dai 5.800 ai 2.900 dollari. La domanda per i MANPADS è in costante crescita. Numeri del tutto irrilevanti quelli monitorati. Basti pensare che la Libia, tra il 1984-85, acquistò dalla Jugoslavia 1200 missili 9K32M. In vendita anche il lanciagranate LG1, progettati specificamente per il fucile d'assalto belga F2000 (la Libia ne acquistò 367 per la Brigata Khamis nel 2008), camerato per le cartucce a bassa velocità standard di 40 × 46SR mm. Figura anche il sistema M93 Black Arrow, fucile anti-materiale prodotto in Serbia, camerato nelle sue due varianti. Non mancano, infine, i lanciarazzi per gli elicotteri (57/68/107 mm) di fabbricazione cinese.
“Le armi leggere sono tra le più costose. Ciò potrebbe indicare che sono limitate ai gruppi armati e finanziati piuttosto che ai singoli individui. La relativa assenza di certe armi leggere è degna di nota, dato il numero consistente di tali sistemi acquistai sia dal regime di Gheddafi che dai ribelli durante la rivoluzione del 2011”.
La maggior parte delle armi in vendita provengono da alcuni ordini effettuati dal regime di Gheddafi tra il 1985 ed il 1992. I sistemi più recenti messi in vendita sono stati acquistati tra il 2003 ed il 2011. La maggior parte delle armi provengono dai paesi che facevano parte del Patto di Varsavia. Figurano anche il Belgio e la Cina.
Il gruppo di ricerca ha registrato 1.346 vendite nel corso degli ultimi 18 mesi. I ricercatori ritengono questi dati del tutto approssimativi e comunque una minuscola frazione del totale commercio illegale delle armi che si svolgono nella Regione sui social. I principali centri abitati restano le aree più attive per il mercato nero. Degli otto gruppi social monitorati, sei sono attivi a Tripoli e zone limitrofe. Un altro gruppo si è concentrato su Bengasi. L’ultimo (tra quelli identificati) sarebbe attivo a Sabratha. La maggior parte delle consegne si concretizzano nelle principali città così come nelle zone di Zawia e Sabha.
La maggior parte degli acquirenti ha un’età compresa dai 20 ai 30 anni: tra questi numerosi soggetti sospettati di avere legami con il terrorismo. Sui gruppi social è possibile fare anche degli annunci. Gli acquirenti, infatti, necessitano di un costante flusso di munizioni. Tra le richieste quelle per le munizioni da 12.7 x 108 mm e 14.5 x 114 mm, così come per i razzi RPG-7 e le batterie termiche per il funzionamento dei missili Strela. I gruppi su Facebook identificati variavano da 400 a 14.000 membri.
Ad oggi il social network ha identificato e bloccato sei gruppi identificati come mercanti d’armi. Dallo scorso gennaio, la piattaforma social ha vietato ad individui e società di facilitare la vendita delle armi sulla sua rete.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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