È alta tensione in Venezuela, dove il governo di Nicolas Maduro ha chiuso il confine con Brasile e Colombia per evitare l'arrivo degli aiuti umanitari. Sin dalle prime luci dell'alba, la polizia ha dispero migliaia di manifestanti con gas lacrimogeni e cariche di alleggerimento.
Il confine con la Colombia è il teatro dei maggiori scontri fra guardia nazionale e manifestanti. Il ponte de La Dorada è stato il palcoscenico delle proteste degli oppositori di Maduro, guidati da Juan Guaidò, contro il governo, colpevole di aver chiuso le frontiere all'arrivo degli aiuti umanitari. Maduro, questa mattina, ha chiamato i venezuelani alla mobilitazione nazionale, "a Caracas e in tutte le città del Paese". Il presidente venezuelano ha scritto su Twitter: "Andiamo tutti in strada a difendere la nostra indipendenza, con coscienza e gioia. Non ci sarà guerra nella patria di Bolivar e Chávez, qui trionfa la pace. Il Venezuela è rispettato!".
Ma la pace non c'è stata, mentre si iniziano anche a contare le prime diserzioni fra i militari. Tre soldati della Guardia nazionale bolivariana hanno investito con un veicolo le barriere di sicurezza sul ponte Simon Bolivar, entrando in territorio colombiano. Secondo alcune fonti, i militari avrebbero abbandonato il mezzo dalla parte venezuelana del confine e poi avrebbero proseguito a piedi fino al territorio di competenza dell autorità di Bogotà. Un altro militare, invece, ha disertato passando il ponte Francisco de Paula Santander.
Nel frattempo, Juan Guaido, presidente dell'Assemblea nazionale e autoproclamato presidente ha scritto su Twitter: "Annunciamo ufficialmente che
È GIA' ENTRATO il primo carico di aiuti umanitari dalla nostra frontiera con il Brasile". "Questo è un gran risultato, Venezuela", ha proseguito Guaido, utilizzando l'hashtag "23FAvalanchaHumanitaria".
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