Venti persone in arresto in Tunisia dopo l'attacco al museo del Bardo

Dieci di loro direttamente legati all'attentato. Severa stretta sulla sicurezza

Un manifestante tunisino; sulla spalla, la bandiera del Paese
Un manifestante tunisino; sulla spalla, la bandiera del Paese

Altri venti persone che le autorità sospettano essere militanti sono state fermate in Tunisia. Cresce così il numero degli uomini sotto osservazione dopo l'attentato al museo del Bardo in cui sono morte ventitre persone, tra cui quattro italiani, le cui salme sono state rimpatriate questa mattina.

Due degli attentatori al museo del Bardo, sostengono le autorità tunisine, si sarebbero addestrati all'estero, probabilmente in Tunisia. E sull'attentato, come su quello messo a segno ieri nelle moschee sciite della capitale yemenita Sana'a, ha messo il cappello il sedicente Stato islamico.

Dieci delle persone fermate sarebbero direttamente legate ai fatti di Tunisi. Sulle altre non ci sono ulteriori dettagli.

La raffica di arresti fa comunque parte di una stretta sulla sicurezza che le autorità hanno adottato dopo l'attacco, il più letale da almeno tredici anni, che cade in un momento in cui il Paese lotta per rimanere sul percorso democratico tracciato dopo la Primavera dei Gelsomini.

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