Sono scoppiati venerdì sera i primi scontri a Charlottesville (Virginia), dopo i suprematisti bianchi si erano dati appuntamento per manifestare contro la rimozione di una statua del generale sudista Robert Edward Lee, che comandò le forze confederate nella Guerra di secessione.
Tensioni pesanti, su una decisione presa ad aprile, che hanno portato il governatore della Virginia, Terry McAuliffe, a proclamare lo stato d'emergenza. E che hanno fatto tre morti e decine di feriti, consegnando molti alle manette. Una decisione per "aiutare le autorità a rispondere alla violenza", ha scritto su twitter ieri sera, mentre già si parlava di quell'automobile grigia andata a schiantarsi un un corteo di colore contrario, non lontano da dove la polizia aveva già sgomberato il raduno dei suprematisti.
Un gesto "premeditato" secondo il capo della polizia locale. Un attacco messo in atto dal 20enne James Alex Fields Jr, che partecipava alla manifestazione, poi arrestato e mandato al carcere della contea di Albermarle-Charlottesville, che ha causato una prima vittima, confermata nella nottata dalle autorità.
"Il mio cuore è spezzato perchè una vita è andata persa. Chiedo a tutti di andare a casa", scriveva poco dopo le 21 il primo cittadino sui suoi canali social. La vittima è una donna di 32 anni, ma ci sono altri diciannove feriti.
E altre due vittime sono andate ad aggiungersi al bilancio di una giornata difficilissima, i piloti di un elicottero della polizia che era impegnato nelle operazioni di pubblica sicurezza, mentre l'Fbi ha già annunciato un'indagine su possibili violazioni dei diritti civili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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