"I piloti non lo sapevano", così persero la vita i 189 passeggeri del volo Lion Air 610

A ottobre 2018 il volo Lion Air 610 partito da Giacarta precipita dopo solo 13 minuti di volo, provocando il decesso di 189 persone, a causa di un nuovo sistema di controllo installato sui Boeing 737 Max

Screen video Today via YouTube
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Il 29 ottobre 2018 un Boeing 737 Max 8 della compagnia low cost Lion Air decolla dall’aeroporto di Giacarta, direzione Pangkal Pinang. Dopo pochi minuti dal decollo il velivolo precipita, inabissandosi nelle acque indonesiane. L'incidente causa il decesso di 189 persone, tra cui Andrea Manfredi, un ragazzo italiano di soli 26 anni. Dopo cinque mesi, il 10 marzo 2019 un altro Boeing 737 Max, della compagnia Ethiopian Airlines precipita, causando la morte di 157 persone.

L’incidente

Ma che cosa portò l’aereo a perdere il controllo e a schiantarsi senza possibilità di salvezza per le vittime, a soli 13 minuti dal decollo? Alle 6.20 del 29 ottobre il volo 610 di Lion Air decolla da Giacarta, con condizioni meteo buone. Partito verso ovest, poco dopo il velivolo compie un'inaspettata virata verso sud-est, rotta che l’aereo manterrà fino al suo schianto. Durante quei fatidici minuti l'equipaggio aveva chiesto ai controllori del traffico aereo a terra di poter ritornare indietro e atterrare all’aeroporto di Giacarta per dei problemi. Ma alle 6.33 le comunicazioni con la torre di controllo si interrompono improvvisamente.

Immediatamente la National Indonesian Search and Rescue Agency invia tre navi e un elicottero alla ricerca dell’aereo e dei suoi passeggeri. Ma purtroppo alle 7.30 arriva la notizia che la squadra di ricerca temeva di più: alcuni lavoratori su una piattaforma petrolifera riferiscono di aver visto un aereo precipitare a picco nel mare. I soccorritori arrivati sul posto dell’impatto intravedono chiazze d’olio, i detriti del velivolo e alcuni effetti personali dei passeggeri, che ormai sono da considerarsi vittime. Vengono recuperati i primi passeggeri purtroppo deceduti, mentre gli altri si ritiene siano ancora intrappolati nella fusoliera.

Finalmente, il 1 novembre la squadra di soccorso annuncia di aver trovato il registratore dei dati di volo a una profondità di 32 metri sul fondo del mare. Il 3 novembre viene rinvenuta la fusoliera dell’aereo, e lo stesso giorno vengono captati segnali provenienti da una delle scatole nere. Nei giorni successivi i soccorritori si adoperano per recuperare il maggior numero di vittime possibile, grazie anche agli sforzi di circa 1400 tra sommozzatori e soccorritori, che riescono a recuperare 125 vittime su 189.

Le indagini

Dopo altri due mesi di ricerche, il 14 gennaio 2019 viene rinvenuto il registratore vocale di cabina. La prima bozza del rapporto del Comitato nazionale per la sicurezza dei trasporti dell'Indonesia (Ntcs) arriva soltanto ad agosto dello stesso anno. Nella bozza si legge che a contribuire al disastro furono una serie di errori di pilotaggio e cattiva manutenzione. Ma dopo attente analisi, il rapporto definitivo evidenzia difetti nel sistema di controllo di volo dell’aereo. Secondo le indagini svolte, la causa scatenante della tragedia fu da attribuire al Manoeuvring Characteristics Augmentation System, abbreviato Mcas, ovvero un nuovo meccanismo automatico di gestione del volo, installato sui Boeing 737 Max.

Il Mcas aveva comandato ai trim (le alette che si trovano sull’equilibratore, e che servono a mantenere l'aereo nella direzione desiderata) un assetto verso il basso, portando il velivolo in picchiata. A seguito della tragedia, furono revisionati quasi 400 aeroplani Boeing 737 Max, a scopo cautelativo. Il rapporto finale evidenziò inoltre un'"assenza di istruzioni” adeguata ai piloti, riguardo al nuovo sistema introdotto nei 737 Max, oltre a difficoltà di comunicazione con l’equipaggio. E sulla mancanza di istruzioni si fonda la causa che la famiglia di Andrea Manfredi ha intentato contro la Boeing nel 2019, come riportato da Il Fatto Quotidiano.“I piloti non erano stati formati - annunciarono i legali della famiglia Manfredi, e ancora - Lottavano contro un sistema che non sapevano esistesse e che non sapevano disabilitare“.

L’incidente del volo precedente

A preoccupare gli inquirenti inoltre si aggiunse anche un altro incidente che coinvolse il Boeing 737 Max 8. Il giorno precedente lo stesso aeromobile aveva avuto seri problemi durante il volo. I passeggeri del volo da Bali a Giacarta raccontarono di aver avvertito un forte odore di bruciato e che il velivolo aveva sbandato pesantemente per tutto la fase di crociera. “Era come un giro sulle montagne russe", affermarono i passeggeri. Per fortuna a bordo vi era un pilota fuori sevizio, il quale identificò in tempo il problema, disattivando il sistema di controllo di volo e portando in salvo i passeggeri. Da una prima ricostruzione della scatola nera le indagini stabilirono che anche lo sciagurato volo 610 ebbe lo stesso problema del precedente. Un’anomalia al sistema di bordo avrebbe impedito al pilota di mantenere la rotta, cosa che tentò di fare svariate volte negli ultimi dieci minuti di volo.

La conclusione delle indagini

A ottobre 2019, a un anno esatto dalla tragedia che portò al decesso delle 189 persone a bordo del Boeing 737 Max 8 della Lion Air, si conclusero le indagini. Secondo gli inquirenti la Boeing sarebbe responsabile degli errori di progettazione dei 737 Max. Per mesi dopo il disastro la Boeing sostenne di non essere stata a conoscenza che il nuovo sistema automatico non fosse sicuro. Questo nonostante a marzo 2019, pochi mesi dopo l’incidente del volo indonesiano, un altro Boeing 737 Max della Ethiopian Airlines perse il controllo e si schiantò al suolo. Anche la compagnia Lion Air fu ritenuta colpevole per aver fatto partire il velivolo, pur essendo stata informata dei problemi che l’aeromobile aveva riscontrato nel volo precedente.

In seguito alla conclusione delle indagini, i parenti del primo ufficiale e di molte delle vittime dell’incidente intentarono una causa contro la Boeing.

A causa dei gravi incidenti occorsi ai velivoli, a marzo 2019 i Boeing 737 Max vennero ritirati. La Boeing, già incolpata di insabbiamento, ha in seguito riprogettato il sistema Mcas e dopo una serie di indagini per verificare che gli aerei fossero sicuri, il 737 Max ha ripreso a volare a gennaio 2021.

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